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LA STORIA

E' morto Ty, il gatto trovatello che nuotava in piscina per combattere contro l'obesità: pesava 14 chili

Era stato preso in cura in un rifugio che contava di darlo in adozione

Clementina Civitavecchia

17 Ottobre 2025, 09:31

E' morto Ty, il gatto trovatello che nuotava in piscina per combattere contro l'obesità: pesava 14 chili

Ty, il gatto soprannominato Thicken Nugget (bocconcino cicciotto), è morto il 15 ottobre dopo aver lottato contro l’obesità. Ty, micione trovatello, pesava circa 14 chili quando iniziò le sue sessioni di nuoto presso il Canine Aquatic Center di Evansville, in Indiana (USA).

I volontari del Vanderburgh Humane Society lo accompagnavano due volte a settimana, con l’obiettivo di farlo tornare in forma e poi darlo in adozione. Purtroppo, nonostante l’impegno e i chili persi, Ty non ce l’ha fatta: è morto il 15 ottobre e il rifugio in cui era ospite ha diffuso un messaggio di cordoglio, definendolo “un gigante dolce e gentile” e ringraziando chi gli ha offerto affetto negli ultimi mesi.

Gatti obesi o in sovrappeso

L’obesità è un problema in forte crescita nei gatti domestici. Uno studio recente stima che il 47,5% dei gatti abbia un peso eccessivo e circa il 2,9% rientri nella categoria “obeso”. Studi precedenti stimavano che il 19% fosse sovrappeso e il 7,8% obeso. Le cause dell’obesità felina possono essere:

  • Alimentazione eccessiva rispetto al reale fabbisogno
  • Cibi troppo calorici o snack frequenti
  • Attività fisica insufficiente (gatti indoor)
  • Predisposizione genetica
  • Sterilizzazione (metabolismo più lento)
  • Malattie metaboliche (es. ipotiroidismo)

Come curare un gatto obeso?

Benché non esista un “dietologo felino” nel senso umano, molti veterinari sono specializzati in nutrizione e gestione del peso. Ecco le raccomandazioni:

  • Dieta controllata: riduzione graduale delle calorie, uso di alimenti formulati per il dimagrimento.
  • Stimolazione del movimento: giochi interattivi, laser, percorsi verticali.
  • Controlli periodici: pesature regolari, valutazione dello stato corporeo.
  • Programmi di dimagrimento: alcune cliniche offrono percorsi personalizzati con dieta ed esercizio

Stress nei gatti: sintomi, cause e terapia

Quando un gatto è sotto pressione, può reagire in vari modi: vocalizzazioni più frequenti, graffi in posti insoliti, leccamento eccessivo (fino a provocare calvizie), cambiamenti nelle abitudini alimentari, eliminazione fuori dalla lettiera o aggressività. Tra le sindromi più complesse ci sono la hyperesthesia syndrome e l’alopecia psicogena (over-grooming), ovvero quando il gatto si lava in modo compulsivo per ansia. Le cause possono includere cambiamenti ambientali (traslochi, nuovi animali o persone), conflitti con altri gatti, noia, rumori forti, modifiche della routine.

Numerosi studi indicano che i problemi comportamentali legati allo stress sono comuni nelle case con più gatti o in ambienti instabili. Ecco alcuni suggerimenti dei veterinari comportamentalisti:

  • Arricchimento ambientale: predisporre zone di rifugio, giochi, percorsi verticali, nascondigli.
  • Stimoli olfattivi o feromoni: i feromoni sintetici possono aiutare a ridurre lo stress.
  • Modifiche dietetiche: integratori con principi attivi anti-ansia o antiossidanti, sempre su consiglio veterinario.
  • Musica “felina”: è stata sperimentata musica specifica per gatti in ambienti clinici.
  • Farmaci o terapia comportamentale: nei casi più gravi, il veterinario può prescrivere ansiolitici da affiancare a un percorso comportamentale.  I gatti non possono fare “sedute dallo psicologo” come gli umani, ma esistono protocolli veterinari per aiutare a gestire e ridurre lo stress affinché vivano bene e a lungo.
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