Attualità
Stanotte torna l'ora legale, alle ore 2 le lancette dell'orologio andranno spostate in avanti di 60 minuti. Domenica 30 marzo si dormirà dunque un'ora in meno e, di conseguenza, si allungheranno le giornate con la luce solare che si estenderà nei mesi a venire fino a tarda serata. Nel primo periodo dell'ora legale il sole tramonterà intorno alle ore 19.25, così da guadagnare in luce e quindi in risparmi per le bollette dell'energia elettrica.
In particolare, secondo le stime di Terna (società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale), durante i sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 330 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 160 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Dopo 5 mesi di ora solare, il motivo numero uno per cui si passa a quella legale, è proprio sfruttare il più possibile la luce naturale e contenere i costi dell'energia. E' quando quest'effetto svanisce, ovvero quando il ciclo giorno-notte non è in grado di garantire più luce diurna, che si torna all'ora solare. Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle ricadute sull'alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico (lo scorso anno furono 75 milioni i risparmi in 7 mesi secondo i calcoli di Terna) e le abitudine sociali e personali di ognuno di noi.
L'invenzione dell'ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin. In Italia è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con la Pasqua.
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