Meta, addio ai filtri di bellezza su Facebook e Instagram: ecco le motivazioni

Da oggi, Instagram e Facebook dicono addio a oltre due milioni di filtri di bellezza. Meta Platforms, l'azienda fondata da Mark Zuckerberg, ha annunciato che a partire dal 14 gennaio 2025 non saranno più disponibili gli effetti di realtà aumentata creati da terze parti, inclusi marchi e creatori indipendenti. Gli utenti potranno comunque utilizzare circa 140 filtri di proprietà di Meta.

La chiusura della piattaforma Meta Spark, che ha operato per sette anni, segna la fine di un'era per i creatori di contenuti, che hanno caricato milioni di filtri estetici utilizzati da centinaia di milioni di persone. Meta ha spiegato che la decisione è stata presa per concentrare gli investimenti su altre priorità aziendali e per garantire una transizione fluida per gli utenti e i creatori coinvolti.

Meta, Mark Zuckerberg elimina il fact-checking da Facebook e Instagram: ecco cosa cambia

In una nota, l'azienda ha espresso gratitudine verso la comunità di creatori e aziende che hanno contribuito al successo di Meta Spark. Per coloro che desiderano salvare le proprie creazioni, Meta consiglia di creare un portfolio su un sito web esterno, poiché i file saranno ancora disponibili per il download anche dopo la chiusura della piattaforma.

Nonostante nella nota non siano state rivelate le motivazioni ufficiali di questa mossa, la decisione di Meta si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione riguardo all'impatto dei filtri sulla salute mentale, in particolare tra i giovani. Sebbene i filtri abbiano rappresentato un elemento distintivo delle piattaforme social, contribuendo a migliorare l'immagine degli utenti, la loro rimozione potrebbe riflettere un tentativo di affrontare le problematiche legate all'auto-percezione e all'autostima.

Oltre all'aspetto etico, Meta intende ridistribuire le proprie risorse verso settori considerati prioritari, come lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). L'azienda ha annunciato investimenti significativi in questo ambito, spostando l'attenzione verso strumenti di realtà aumentata (AR) interamente sviluppati internamente.