Cultura
Creazione di una rete del contemporaneo legata al territorio, ma anche iniziative che promettono un impatto simbolico e una visibilità nazionale e non solo, e progetti che parlano di didattica, formazione e partecipazione. Insomma, un percorso che guarda a un’arte che non si limiti ad essere vista, ma che si impara, si pratica e si condivide.
Queste le tre direttrici lungo le quali si snoda il dossier “Foligno e Spoleto in Contemporanea” con cui le due città sono in corsa per il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027 (promosso dal Dipartimento per le attività culturali del Ministero della Cultura) e che è già valso un posto tra le quattro finaliste che il 16 ottobre sono attese al Mic per l’audizione davanti alla giuria che il 30 ottobre decreterà il vincitore.
Linee guida, insieme al logo, in stile geometrico, con un intreccio di linee a formare le iniziali delle città, presentate ieri a Palazzo Donini a Perugia, dove si sono riuniti i principali attori in campo nell’impresa che lega le due città.
Una candidatura “in cui abbiamo creduto fin dal primo momento e abbiamo sostenuto non solo formalmente ma in maniera sostanziale” come spiegato dall’assessore regionale alla Cultura e vicepresidente, Tommaso Bori: “Stiamo investendo molto sulla cultura - ha detto - e vogliamo porre l’Umbria non solo come punto di passaggio ma di costruzione dei percorsi di arte contemporanea; e questa candidatura potrebbe essere l’innesco di una nuova fase in cui crediamo”.
Un progetto frutto di una “importante sinergia tra due Comuni dalle grandi potenzialità artistiche” come evidenziato dall’assessore alla Cultura di Foligno, Alessandra Leoni: “Abbiamo realizzato un dossier ricco non solo della nostra tradizione e storia, ma anche di progetti per il futuro: abbiamo sognato oltre la candidatura. - ha detto - Ora manca l’ultimo passo cui arriveremo preparati”.
Il tutto in un lavoro “al di fuori dei confini politici” come evidenziato dal sindaco di Spoleto, Andrea Sisti: “Ci siamo uniti lungo la direttrice storica della via Flaminia, fatta di territori in cui si fa innovazione in tanti processi produttivi. - ha detto - L’obiettivo è non solo far diventare le città centro di esposizioni ma anche centro ricerca anche sull’economia legata all’arte contemporanea”.
Un’unione non casuale quella tra le due città che “oltre alla prossimità territoriale condividono un forte legame con l’arte contemporanea” come sottolineato dal direttore dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini che ripercorrendo la lunga tradizione di arte contemporanea dei due territori, dalle mostre di Giovanni Carandente e Lo spazio dell’immagine a poli quali il CIAC e Palazzo Collicola, e opere come la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis e il Teodolapio di Alexander Calder, ha illustrato le linee principali del dossier: ovvero iniziative “faro”, tra mostre, riattivazione di interventi storici e di premi artistici; progetti di didattica, formazione e partecipazione per rendere ancor più accessibile l’arte contemporanea; e la creazione di una rete del contemporaneo, con la messa a sistema dei vari attori.
“È stato un esercizio di ricostruzione del presente ma anche di un filo produttivo-progettuale che abbiamo realizzato insieme agli attori del territorio, accolti a partire dal singolo cittadino” ha spiegato Emanuele De Donno della Fondazione Carifol.
Cruciale, infatti, il ruolo delle Fondazioni Cassa di Risparmio delle due città, che da sempre investono sull’arte contemporanea, come ribadito anche dal presidente della Fondazione Carispo, Paolo Feliziani: “L’attenzione alla contemporaneità c’è stata in ogni stagione storica nel nostro territorio, questo ci impegna a conservare questa tradizione - ha detto - Questo percorso sia l’inizio di una compartecipazione tra le due città ma anche per tutto l’asse della Flaminia”.
“Questa candidatura è stata la naturale conseguenza del nostro impegno - ha spiegato la presidente della Fondazione Carifol Monica Sassi - Crediamo in questo laboratorio permanente del contemporaneo che le città vogliono creare. I nostri obiettivi sono fare sistema, investire sul futuro, a partire dal capitale umano, e costruire un’eredità. In questo senso è l’arte che candida noi a un futuro possibile”.
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