Attualità
Il Consiglio comunale
Un consiglio comunale con tanti punti all’ordine del giorno ma uno in particolare ha acceso il dibattito tra i consiglieri. È quello presentato, nella seduta di martedì, dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia con oggetto: “Dotazione del taser al corpo di polizia municipale del Comune di Foligno”. Una richiesta resa possibile grazie alle ultime normative nazionali che hanno esteso l’adozione di questo strumento anche ai comuni al di sotto dei 100 mila abitanti.
L’ordine del giorno, presentato dal consigliere Leonardo Pacini, è stato approvato con i voti della maggioranza. Contraria l’opposizione. “Uno strumento assolutamente indispensabile per la tutela dell’ordine ma soprattutto della sicurezza dei cittadini e degli appartenenti alle forze armate e che tra l’altro si inserisce nell’indirizzo che questa amministrazione ha intrapreso sin dall’inizio”, ha commentato Pacini descrivendo il taser come uno “strumento non letale, che permette di dissuadere in maniera efficace qualsiasi minaccia imminente senza provocare danni permanenti”.
Non è stato d’accordo Mario Bravi del Partito Democratico che nel suo intervento ha riportato i dati di una ricerca condotta negli Stati Uniti d’America dove “dal 2000 ad oggi - ha detto - ci sono stati più di 1.000 statunitensi che sono morti dopo essere stati colpiti da poliziotti con il taser, quindi l’idea che il taser non provochi danni è assolutamente smentita dai fatti”.
Ma a fornire dettagli tecnici anche rispetto alle circostanze che ne rendono giustificato l’utilizzo è stata la comandante della Polizia locale, Simonetta Daidone, che ha spiegato come tutte le armi date in dotazione agli organi di polizia siano strumenti di difesa e non di offesa e di come il taser possa essere “veramente utile al corpo di polizia locale”. Ma quali sono i presupposti per il suo utilizzo e come avverrà concretamente l’implementazione nel nostro comune? “Questo strumento – ha spiegato Daidone – verrebbe dato in dotazione in via sperimentale per sei mesi a due agenti della polizia locale dopo un adeguato e attento corso di formazione fatto non solo da istruttori di tiro ma anche da parte di personale medico sanitario”.
Un dispositivo dunque che, stando alle parole della comandante, manifesterebbe efficacia grazie soprattutto al suo potenziale deterrente, “questo strumento può consentire di fronteggiare una minaccia o una condotta violenta semplicemente indirizzando l’arma e i puntatori laser verso il soggetto; - ha aggiunto Daidone - solo nel caso in cui questo continui a non desistere dalla condotta violenta allora potrà essere realmente utilizzato colpendolo nella parte posteriore del corpo. Dopo l’utilizzo tra l’altro gli agenti avranno l’obbligo di chiamare subito l’assistenza dei sanitari e di aspettare il loro arrivo”.
Sono continuate le polemiche e i botta e risposta tra gli scranni con De Felicis, capogruppo della Lega, che ha parlato di un’avversione all’utilizzo del taser collegato soprattutto ad una certa cultura politica “questa avversione fa parte di una narrazione, di un mondo al contrario, non so perché proprio le realtà dove ha vinto i centrosinistra stiano togliendo l’utilizzo del taser”. Non hanno tardato le repliche dell’opposizione, con Rita Barbetti del Partito democratico che ritenendolo uno strumento “invasivo e violento” ha dunque affermato di essere “totalmente e visceralmente contraria a questa proposta. Non c’entra la politica - ha detto - ma la mia sensibilità di persona e di rispetto per l’essere umano” ribadendo inoltre che “votare contro questa proposta non significa di certo non appoggiare o non sostenere il valore e il lavoro che le forze dell’ordine svolgono ogni giorno”.
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