Cronaca
Il materiale sequestrato dalla polizia
Per il momento restano in carcere i cinque cittadini italiani di etnia sinti considerati gli autori di quattro furti e uno tentato tra Trevi, Bevagna, Collazzone, Bettona e Todi. Tutti e cinque i cittadini italiani stanziali a Foligno che componevano il gruppo, compreso l’ultimo membro che mancava all’appello la notte di martedì, quando è scattato l’arresto, e che dopo poco più di 36 ore di latinanza, mercoledì pomeriggio si è arresto alle incessanti ricerche della polizia e si è costituito, presentandosi spontaneamente al carcere di Capanne.
I cinque, di età compresa tra i 20 e i 34 anni, infatti, ieri sono comparsi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia, che oltre a convalidare l’arresto avrebbe quindi confermato la misura cautelare più pesante. E’ in carcere, infatti, che almeno al momento restano i membri del gruppo, i quali ieri, da quanto è possibile apprendere, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Non è escluso però, come spesso avviene da prassi, che la difesa possa presentare istanza al Tribunale del Riesame, per chiedere la revoca della misura o la sostituzione con una meno afflittiva. Le bocche restano cucite per il momento.
La custodia in carcere è la misura che aveva richiesto e ottenuto la procura di Spoleto, che ha coordinato l’indagine che due giorni fa ha portato all’arresto dei primi quattro membri del gruppo, cui è contestato il furto aggravato sia dal concorso che dalla violenza sulle cose. Indagine che ha visto in campo gli agenti del commissariato di Foligno, guidato dal vicequestore Adriano Felici e della squadra mobile di Perugia, con a capo Maria Assunta Ghizzoni, coadiuvati da alcuni equipaggi del Rerparto Prevenzione Crimine Umbria-Marche. Un’attività investigativa che dallo scorso febbraio ha permesso di documentare l’incessante attività del gruppo, che entrava in azione con un modus operandi ben collaudato. Dall’attività di osservazione e pedinamento era emerso infatti come i ladri agissero prevalentemente al mattino quando partivano da Foligno a bordo di una o due auto, per raggiungere una zona abitata, dove mentre uno rimaneva in auto a perlustrare l’area, gli altri iniziavano a battere a tappeto le abitazioni da ripulire, suonando al citofono alla ricerca della casa “libera” da ripulire: se qualcuno rispondeva uno di loro inventava una scusa, come la richiesta di indicazioni stradali, altrimenti entravano in azione, generalmente forzando una finestra per aprirsi un varco nell’abitazione, dove ricercare prevalentemente oro e denaro.
Decine di tentativi per file intere di case, alla ricerca delle condizioni propizie per mettere a segno il colpo. Furti che avrebbero fruttato alcune migliaia di euro, mentre in un caso, il furto compiuto a Trevi, erano riusciti a forzare una cassaforte facendo razzia di oro e altri oggetti di valore per una cifra compresa tra i 20 e i 30 mila euro. Cruciale per le indagini era stato un video girato dal vicino di una delle vittime dei furti, che vedendoli li aveva ripresi con il proprio smartphone. Quelle immagini avevano permesso agli investigatori di Foligno di riconoscere alcuni dei soggetti, tutti già noti, alcuni per precedenti specifici, altri per reati contro la persona, e di indirizzare gli accertamenti.
Quanto alla refurtiva, i monili in oro e altri oggetti di valore sequestrati dagli uomini del commissariato folignate e dalla squadra mobile di Perugia, sono in corso accertamenti per tentare di risalire ai proprietari e non è escluso che quei preziosi possano appartenere a vittime di altri furti che fin qui non sono stati contestati alla banda. Perciò non si esclude che al termine delle verifiche i cinque possano vedersi addebitati anche altri furti oltre ai 5 messi a segno e a quello tentato.
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