POLITICA
Con 15 voti favorevoli e 8 contrari, è stato approvato dal Consilio comunale riunitosi martedì 29 aprile l’aumento della tassa sui rifiuti per l’anno 2025. Un aumento di spesa medio del 9% che non dipende dalla volontà dell’amministrazione, come ha tenuto a precisare il vicesindaco Riccardo Meloni, ma che è frutto di maggiori costi individuati in un piano finanziario predisposto da Auri e approvato da Arera. Parere diverso quello espresso dalle opposizioni che replicano attribuendo invece al Comune la possibilità di incidere positivamente sulla diminuzione delle tariffe Tari.
“La Tari è una tassa che si basa anche sull’efficienza del servizio, il servizio è inefficiente e di conseguenza ci sono questi aumenti spropositati”, ha detto il consigliere Diego Mattioli (Foligno in Comune) descrivendo il metodo tariffario dei rifiuti Mtr 2 utilizzato da Arera e applicato al periodo di gestione 2022 – 2025. Un metodo di calcolo che utilizza anche il cosiddetto “fattore di sharing”, un coefficiente collegato alla percentuale di raccolta differenziata effettuata. “Una percentuale minima quella del fattore di sharing che incide pochissimo sul valore della tariffa”, ha replicato fermamente il sindaco Stefano Zuccarini, che ha aggiunto “non pensate che aumentando il valore della raccolta differenziata si possa coprire completamente l’aumento delle tariffe”. Un commento deciso quello del primo cittadino che ha spiegato come dal 2019 l’amministrazione comunale in carica abbia recuperato un’azienda, la Vus, che ha definito “bollita” e che ora vale invece 70 milioni di euro, di cui il 47% posseduto dal Comune di Foligno.
Una discussione accesa nata non appena si è arrivati alla discussione del secondo punto dell’ordine del giorno, quello cioè sull’approvazione delle tariffe Tari che ha visto il vicesindaco Riccardo Meloni e altri consiglieri della maggioranza fornire numeri e dati per evidenziare come, nonostante i rincari, le tariffe Tari della città di Foligno risultino più basse rispetto per esempio a quelle applicate ai cittadini di Perugia.
Un aumento che ha colpito tutte le città umbre, come riferito dalla maggioranza. Ma che ha visto anche casi isolati in cui le tariffe sono addirittura diminuite. È quanto ha evidenziato il consigliere David Fantauzzi (Movimento 5 stelle) che ha evidenziato come nel caso di Bastia Umbra si sia registrato una diminuzione rispetto all’anno scorso. La capogruppo del Partito democratico, Rita Barbetti ha evidenziato come l’impatto significativo che colpirà tutte le famiglie e tutte le attività commerciali e produttive e che potrebbe incidere, insieme agli altri già elevati costi di gestione, anche sulle prospettive di futuro dei giovani e su quelle di chi vuole investire nella città, commentando come questo “possa creare un senso di sconforto e di disagio soprattutto nei giovani che cercano e sognano di tornare a Foligno per aprire una propria attività”.
Ma oltre alla nota dolente dell’aumento ce n’è anche una positiva che conferma le agevolazioni in base all’Isee dei contribuenti e la possibilità di rateizzazione per sostenere le fasce più deboli, misure che si aggiungono anche a delle altre riduzioni definite tecniche, contenute nel Pef (Piano economico finanziario) e descritte in consiglio dalla dirigente Isenia Fiorani, che ha descritto possibilità di riduzione della tariffa per zone non servite o per chi usa l’immobile in maniera saltuaria.
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