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Gucci, la vera storia: dalla nascita della casa di moda al successo, dalla crisi alla ripresa. L'omicidio di Maurizio

Julie Mary Marini

15 Ottobre 2024, 22:01

Maurizio Gucci

Maurizio Gucci

Quale è la vera storia del marchio Gucci? Come è finito sulla ribalta nazionale
Gucci è uno dei marchi di moda più iconici e riconosciuti a livello mondiale, con una storia che risale al 1921. Fondata a Firenze da Guccio Gucci, l’azienda inizialmente si specializzava nella produzione di articoli in pelle di alta qualità, ispirandosi all’arte e all’artigianato fiorentino.

Anni ’20 e ’30: le origini
Dopo aver lavorato in vari hotel di lusso a Londra, Guccio tornò a Firenze con l’idea di creare una linea di borse e valigie per viaggiatori eleganti. Nel 1921, fondò il negozio in Via della Vigna Nuova, dove le sue creazioni di pelletteria iniziarono a guadagnare notorietà. L’uso di materiali pregiati e la cura nei dettagli divennero subito il marchio di fabbrica della maison.

Anni ’40: Espansione e Innovazione
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la produzione di Gucci si adattò alle difficoltà economiche. Fu in questo periodo che nacquero il celebre “web” verde-rosso-verde e la borsa “Bamboo”, caratterizzata da manici in bambù. Questi design innovativi resero Gucci un simbolo di status e raffinatezza.

Anni ’50 e ‘60: l’internazionalizzazione
Negli anni ‘50, Gucci espanse il suo mercato oltre l’Italia, aprendo negozi a New York e altre città. Le celebrities del tempo, come Audrey Hepburn e Grace Kelly, iniziarono a indossare i prodotti Gucci, contribuendo a consolidare il brand come icona di lusso. Questo periodo vide anche l’introduzione della famosa borsa “Jackie” e della scarpa “Loafer”.

Anni ’70 e ’80: la crisi e il rinnovamento
Dopo la morte di Guccio nel 1953, la famiglia Gucci affrontò conflitti interni che portarono a una crisi nel brand negli anni ’70. Tuttavia, grazie alla visione di nuovi designer come Domenico de Sole e Tom Ford, Gucci si riprese negli anni ‘90, rilanciando l’immagine del marchio con collezioni audaci e sensuali.

Anni ’90 e 2000: ritorno alla ribalta
Sotto la direzione di Tom Ford, Gucci divenne un simbolo di glamour e seduzione. Le campagne pubblicitarie audaci e i design provocatori aiutarono a far rivivere l’interesse per il marchio. Nel 1999, Gucci si fusero con il gruppo francese Pinault-Printemps-Redoute, dando vita a un colosso del lusso.

Anni 2010: evoluzione e modernità
Con l’arrivo di Alessandro Michele come direttore creativo nel 2015, Gucci ha intrapreso una nuova direzione estetica, caratterizzata da un mix eclettico di stili e una forte enfasi sulla diversità e sull’inclusione. Sotto la sua guida, il marchio ha conquistato le nuove generazioni, diventando un fenomeno culturale e sociale.

Oggi
Gucci è un marchio globale con una forte presenza nel mondo della moda, della bellezza e del lifestyle. Con iniziative ecologiche e una continua evoluzione del design, Gucci si conferma un leader nel settore, mantenendo viva la sua eredità storica mentre guarda verso il futuro. Secondo gli esperti del settore, la storia di Gucci è una testimonianza di innovazione, resilienza e capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato, restando sempre un passo avanti nella moda.

L'omicidio di Maurizio Gucci
Nell'ambito di questa lunga e gloriosa storia, il momento più complesso è stato l'omicidio di Maurizio Gucci
avvenuto il 27 marzo 1995 a Milano. Uno dei crimini più noti nel mondo della moda. La sua morte, avvenuta per mano di un killer a pagamento, ha sollevato interrogativi su gelosie familiari, conflitti di interesse e l’oscura trama che si cela dietro le facciate scintillanti dell’industria del lusso.

Il contesto familiare
Maurizio era il nipote del fondatore Guccio Gucci e, dopo anni di conflitti con la sua famiglia, aveva preso le redini dell’azienda negli anni ’80. Nonostante il suo impegno nel rilanciare il marchio, le sue scelte imprenditoriali lo portarono a tensioni con i familiari, in particolare con sua ex moglie, Patrizia Reggiani.

La relazione con Patrizia Reggiani
Maurizio e Patrizia, sposati nel 1972, vissero un matrimonio turbolento. La coppia si separò nel 1985, ma la lotta per il patrimonio e il controllo dell’azienda continuò. Patrizia, che si sentiva tradita e abbandonata, manifestò sempre più apertamente il suo risentimento. Secondo la stampa, Patrizia fu descritta come una donna ambiziosa, ma anche gelosa e vendicativa.

L’omicidio
Maurizio stava entrando nel suo ufficio in Piazza della Scala quando fu colpito da quattro proiettili. Il delitto scosse l’opinione pubblica e le indagini iniziarono subito. L’analisi delle telecamere e delle testimonianze portò gli investigatori a sospettare di Patrizia Reggiani.

L’indagine e il processo
Nel 1997, Patrizia fu arrestata e accusata di aver orchestrato l’omicidio del marito. Durante il processo, emersero dettagli scioccanti sul suo coinvolgimento. Si scoprì che aveva assunto un killer a pagamento, con l’aiuto di un amico e di un uomo di contatto. Patrizia, al processo, si difese sostenendo che Maurizio l’aveva tradita e abbandonata, e che lei si sentiva tradita. Nel 1998, Patrizia Reggiani fu condannata a 29 anni di carcere, ma la sentenza fu successivamente ridotta. La sua storia divenne oggetto di attenzione mediatica e di opere di fiction, tra cui il film House of Gucci del 2021.

L’eredità del crimine
L’omicidio di Maurizio Gucci ha lasciato un segno indelebile nella storia della moda, mettendo in luce le dinamiche familiari complesse che possono esistere dietro un marchio di fama mondiale. La tragedia ha anche sollevato interrogativi su come il potere e la ricchezza possano portare a conflitti distruttivi. Oggi, la storia di Maurizio e Patrizia continua a essere raccontata, un tragico monito che ricorda come l’ambizione e la vendetta possano oscurare la bellezza e il glamour del mondo della moda.

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