Il fatto
Cerrini a Palazzo Baldeschi
La Fondazione Perugia arricchisce il suo patrimonio artistico con un’acquisizione di assoluto rilievo: una delicatissima Madonna col Bambino, un angelo e tre cherubini di Gian Domenico Cerrini, raffinato protagonista del Seicento, torna finalmente sotto i riflettori. L’opera sarà svelata al pubblico mercoledì 5 giugno, alle ore 17, nelle sale di Palazzo Baldeschi, fulcro pulsante della vita culturale cittadina.
Acquistata a gennaio 2025 presso un antiquario milanese, la tela va ad ampliare la già prestigiosa raccolta dedicata al “Cavalier Perugino”, che oggi conta sette capolavori custoditi nel palazzo storico perugino. Si tratta di un tassello fondamentale nel più ampio progetto di riscoperta dell’opera di Cerrini, avviato dalla Fondazione nel 2005, per ridare voce a un artista rimasto troppo a lungo nell’ombra dei giganti del Barocco.
A seguire la presentazione ufficiale, un convegno di approfondimento darà voce a due autorevoli studiosi: Alessandro Amendola, esperto dell’artista e docente di Storia dell’arte, e Francesco Federico Mancini, curatore della mostra monografica del 2005 che segnò la prima, significativa riscoperta di Cerrini.
“Con questa acquisizione si aggiunge un tassello essenziale alla riscoperta di un maestro che ha saputo coniugare rigore formale e profondità spirituale con assoluta originalità,” ha dichiarato il presidente della Fondazione, Alcide Casini. “È un patrimonio che non solo arricchisce la collezione, ma restituisce giustizia a una voce autonoma del Seicento.”
Il dipinto, definito da Massimo Pulini “una delle immagini più tenere e semplici uscite dal pennello di Cerrini”, fu esposto per la prima volta nel 2009 nella mostra Il Sassoferrato, un preraffaellita tra i puristi del Seicento. L’opera figurava accanto ai capolavori di Guido Reni, Guercino e Carlo Dolci, in un confronto che ne confermava la profonda sintonia spirituale e stilistica con i maestri più celebrati del secolo.
Recenti indagini critiche suggeriscono che Cerrini, in questa composizione, abbia rielaborato con grazia la celebre Madonna del silenzio di Domenichino, lasciandosi ispirare anche dall’eleganza di Annibale Carracci. Il risultato è un’intima scena di devozione domestica, arricchita dalla presenza di angeli e cherubini che amplificano il legame affettuoso tra Maria e il Bambino.
Lo stile dell’artista emerge con nitidezza: panneggi sontuosi, chiaroscuri calibrati e colori emblematici – dal rosa cangiante all’ocra dorata, fino all’azzurro lapislazzuli – restituiscono tutta la maestria pittorica di Cerrini, confermandone l’autografia. Gli studiosi ipotizzano una datazione tra il 1661 e il 1681, con la possibilità che si tratti della stessa opera menzionata nell’inventario postumo dell’artista, accrescendone così il valore storico e affettivo.
L’evento del 5 giugno si preannuncia come un’occasione imperdibile per gli amanti dell’arte e per chi desidera scoprire – o riscoprire – la voce colta, sottile e indipendente di Gian Domenico Cerrini: un pittore che dialoga con il barocco senza mai perdere la propria intima poesia.
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