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Pittura

Gli antieroi di Covili all'Antoniano: a Bologna presentato il libro sul maestro del Novecento

Oltre al volume di Federico Sciurpa c'è stata la proiezione del documentario d’archivio Francesco di Gino Covili (1994), un’opera centrale per comprendere il percorso umano e artistico del pittore

Ambra Costanzi

19 Dicembre 2025, 19:15

Gli antieroi di Covili all'Antoniano: a Bologna presentato il libro sul maestro del Novecento

Il documentario su Gino Covili ha preceduto, all'Antoniano di Bologna, il libro Gli antieroi di Covili

Il cammino degli antieroi di Gino Covili, maestro della pittura del secondo Novecento, è cominciato mercoledì sera da uno dei luoghi che più gli appartenevano.

L’Antoniano di Bologna non è stato per lui solo una sede prestigiosa e ricca di significati, ma una casa: quella frequentata dal pittore pavullese - scomparso 20 anni fa - grazie all’amicizia profonda con padre Berardo Rossi.

Il francescano, pure di Pavullo, con padre Ernesto Caroli, padre Gabriele Adani e padre Benedetto Dalmastri, visse la grande avventura dell’Antoniano fin dalla posa della prima pietra e qui per Covili nacque un’altra amicizia: quella con Mariele Ventre.

In prima fila mercoledì c’era fra gli altri, Maria Antonietta Ventre, sorella di Mariele Ventre (fondatrice e direttrice del Piccolo Coro e de Le Verdi Note dell’Antoniano), presidente della Fondazione Mariele Ventre.

È qui all’Antoniano che Covili tornava, è qui che la sua idea di mondo – fatta di ultimi, silenzi e dignità – ha trovato ascolto.

La presentazione del libro Gli antieroi di Covili è stata preceduta dalla proiezione del documentario d’archivio Francesco di Gino Covili (1994), un’opera centrale per comprendere il percorso umano e artistico dell’artista che approda al mistico di Assisi. Un doc che racconta il lungo e sofferto viaggio che Covili compì per realizzare il monumentale ciclo pittorico dedicato a San Francesco: un ciclo nato dal Cantico, ma soprattutto da una visione radicale del santo come rovesciamento dei valori dominanti.

Quel documentario realizzato dall’Antoniano in maniera curatissima, visto oggi, non ha affatto il passo dell’archivio: anticipa temi, domande, ferite che sono ancora le nostre. È la storia fedele del poverello di Assisi attraverso i dipinti (83) del ciclo del pittore modenese.

Ed è stato - quel documentario che ha ricevuto lunghi applausi dal pubblico presente all’Antoniano - la premessa naturale al dialogo tra l’autore del libro, Federico Sciurpa, vicedirettore del Corriere dell’Umbria e dei quotidiani del Gruppo Corriere e Vladimiro Covili, figlio primogenito del pittore e testimone diretto del suo lavoro e della sua vita.

Al centro del confronto, gli “antieroi”: contadini, partigiani, emigranti, borghi abbandonati, animali, figure reali e marginali che Covili non ha mai trattato come soggetti minori. Anzi. Sono loro a costruire il suo linguaggio universale, a rendere la pittura uno strumento di verità.

Non personaggi da celebrare, ma presenze da ascoltare e a cui dare voce.

Non è un caso che proprio Gli antieroi di Covili abbia ispirato anche lo spettacolo “Cristo, mi hai ascoltato. Francesco, un’altra storia”, un reading di parole, immagini e musica che porta sulla scena lo stesso sguardo: quello di un artista che non ha mai smesso di interrogare il nostro tempo partendo dagli ultimi. Il reading con Sciurpa, Claudio Mattioli (musiche) e Franca Lovino (letture) è stato presentato in anteprima, nel settembre scorso, alla Casa Museo Covili e poi al santuario di San Damiano di Assisi in ottobre (sono già in programma altre date).

All’Antoniano (la mensa padre Ernesto ha ospitato anche un aperitivo di accoglienza), tutto questo ha trovato una risonanza speciale con aneddoti, letture e rilettura di lavori pittorici lunghi mezzo secolo. Nella copertina del libro spicca L’ultimo covone e sul retro San Francesco (Matre terra) del maestro del Frignano.

Sull’Ultimo covone, Sciurpa ha detto che è la sintesi dell’antieroe, l’immagine dalla quale si capisce tutto: “L’antieroe non è un’invenzione, è un uomo sotto un temporale che tiene stretto ciò che gli resta. Questo era Covili.

Vladimiro ha raccontato la parabola del padre soffermandosi su Francesco: “Quando ha dipinto il ciclo per un ex voto, siamo rimasti tutti increduli ed è stupefacente come sia riuscito, con successo, col suo linguaggio pittorico, a mettersi in gioco a partire dallo studio del santo di Assisi: interpretando liberamente ma fedelissimo alle fonti francescane”.

Non una semplice presentazione all’Antoniano - diretto oggi con capacità da padre Giampaolo Cavalli con uno staff professionale - ma un passaggio di testimone. Da un luogo che Covili sentiva suo, riparte il cammino dei suoi antieroi. E continua a parlarci. Oggi più di ieri.

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