FOLIGNO
In una domenica qualunque, nella penombra antica di Santa Maria Infraportas, è bastato un passo oltre la soglia perché l’aria cambiasse. Alle 11.30 in punto Tiziana Rosati – 61 anni, sorriso discreto e una voce che negli ultimi giorni ha fatto il giro d’Italia – è entrata in chiesa come fa da sempre, pronta a dirigere il coro. Ma ieri non era una domenica qualunque: ad accoglierla, un applauso pieno, caldo, quasi liberatorio. Un’intera comunità che la stringeva in un abbraccio dopo l’exploit a The Voice Senior, dove venerdì si è guadagnata un posto tra i semifinalisti del talent di Rai 1 condotto da Antonella Clerici.
Il parroco, don Cristiano Antonietti, non nasconde l’emozione: la saluta, la abbraccia con lo sguardo, poi scappa in sacrestia a indossare i paramenti per la messa. Nel frattempo c’è appena il tempo per uno scatto al volo. Un altro applauso si alza tra i banchi, e Tiziana, con gli occhi lucidi che tentano la disciplina dei giorni importanti, racconta sottovoce ciò che per lei è normalità: “La musica ha sempre fatto parte della mia vita… da bambina mi mettevano in piedi su una sedia e facevo il juke-box. Le sapevo tutte. Poi sono entrata in una band”.
Vorrebbe continuare, ma i rintocchi della campanella annunciano l’uscita del celebrante: un serpentone di chierichetti apre il corteo e la liturgia richiama ciascuno al proprio posto. Tiziana si siede all’armonium e lascia che siano le note a parlare per lei. La messa comincia. A fine celebrazione, prima dei saluti, don Cristiano torna a sorridere verso di lei. Dopo aver ricordato con orgoglio i presepi e gli addobbi realizzati dai genitori della parrocchia, aggiunge: “Non è colpa nostra se siamo bravi… come brava è stata Tiziana”. Terzo applauso. Meritato.
Sul palco di The Voice Senior, infatti, Tiziana ha conquistato giudici e pubblico con una versione intensa e limpida di Maledetta primavera. Arisa e Loredana Bertè le hanno fatto i complimenti senza esitazioni. Nek, colpito da quella freschezza vocale che non teme il tempo, ha parlato di una voce piena di carattere. E ieri, tra i banchi di una chiesa che conosce ogni sua nota, quel carattere si è sentito tutto: un talento nato per caso, cresciuto con naturalezza, e ora esploso davanti a milioni di spettatori, ma ancora radicato nella comunità che per prima lo ha visto fiorire.
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