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Filippo Magnini a Belve: "L'indagine per doping? Hanno calcato molto il mio nome per non toccarne altri". Cosa era successo

Ilaria Albanesi

25 Novembre 2025, 20:20

Filippo Magnini a Belve: "L'indagine per doping? Hanno calcato molto il mio nome per non toccarne altri". Cosa era successo

"Sono stato vittima di una macchinazione pazzesca. Ero la pedina attaccabile", queste le dure parole di Filippo Magnini sull'indagine per doping che lo ha visto protagonista nel 2017 - conclusasi con l'assoluzione nel 2020. L'ex nuotatore si è raccontato sullo sgabello di Francesca FagnaniBelve, nella puntata che andrà in onda questa sera, martedì 25 novembre, su Rai 2.

Quelle di Magnini sono accuse pesanti rivolte alla procura sportiva che, se confermate, potrebbero riscrivere la vicenda: "Sono stato vittima di una macchinazione pazzesca. Ero la pedina attaccabile. Ho registrato tutto durante gli interrogatori. Hanno calcato molto sul mio nome per non toccarne altri; atleti del nuoto ma anche di altre discipline".

Il campione di nuoto nel 2017 - anno del ritiro - scopre dai giornali l'indagine per doping. Un procedimento promosso dal procuratore anti-doping di NADO Italia, Pierfilippo Laviani, al tribunale nazionale antidoping, che si è concluso con la squalifica dell'atleta per 4 anni per violazione dell'articolo 2.2 del codice dell'agenzia mondiale antidoping - uso o tentato uso di sostanze dopanti. La condanna, confermata il 6 novembre 2018, è stata impugnata davanti al tribunale arbitrale dello sport di Losanna che - il 27 febbraio 2020 - ha annullato la sentenza, revocando la sanzione disciplinare e disponendo il proscioglimento dell'atleta dalle accuse

"Mi hanno preso di mira perché non ho voluto patteggiare - ha rivelato Magnini -. Ho registrato tutto durante gli interrogatori. E non solo io. Al mio amico Santucci hanno detto: se ci fai il nome di Magnini con te chiudiamo subito. E lui mi ha sempre difeso. Sono andato a muso duro e uno dei procuratori mi disse: al di là della verità questa è un faccenda personale tra me e te. Ho richiesto il dvd, ma casualmente quella frase non c'è".

"Perché non ho denunciato? Ho tempo per farlo. Ma ho ascoltato il consiglio del mio avvocato che mi ha detto: nella vita bisogna vincere, non stravincere", ha detto Magnini. "Ero la pedina attaccabile - ha aggiunto ancora l'ex nuotatore -. Penso che per non far uscire altri nomi di atleti, puliti come me, ma atleti che solo il nome messo sul giornale dava fastidio, sicuramente è stato detto a lui che non è più atleta potete sfondarlo. Hanno calcato molto il mio nome per non toccarne altri. Ma preferisco non dire chi sono. Nomi di atleti importanti del nuoto e anche di altre discipline", ha concluso. 

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