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La lotta alla pirateria digitale nel calcio italiano
La lotta alla pirateria digitale nel calcio italiano compie un nuovo importante passo avanti. Dopo gli interventi della Guardia di Finanza che hanno portato all’identificazione di oltre duemila utenti in 80 province, titolari dei diritti sportivi possono ora avviare azioni risarcitorie nei confronti di chi ha usufruito di IPTV illegale. Oggi, domenica 5 ottobre, Juventus-Milan scendono in campo alle 20.45, quindi la scelta saggia e consapevole sarà quella di guardare la partita su DAZN o sul canale 214 di Sky, per gli abbonati al servizio.
Non si tratta più solo di sanzioni amministrative o multe: seguire il calcio pirata con il cosiddetto “pezzotto” espone gli utenti al rischio concreto di dover pagare migliaia di euro di risarcimenti, equivalenti a quasi dieci anni di abbonamenti legali. Questo grazie all’autorizzazione della Procura, che ha permesso la comunicazione dei dati identificativi degli utenti ai titolari dei diritti, aprendo così la strada non solo al recupero dei danni, ma anche a un cambio culturale nei confronti della legalità nel settore sportivo.
Come sottolineato dai CEO di Dazn Italia e Sky Italia, guardare illegalmente le partite non è né furbo né gratuito: danneggia lo sport, colpisce gli operatori corretti e rischia di alimentare fenomeni come il lavoro nero, l’evasione fiscale e la criminalità organizzata. Un comportamento che non solo viola la legge sul diritto d’autore, ma mina l’intero sistema produttivo del settore tecnologico e sportivo in Italia.
La stretta sulle IPTV pirata ha anche portato a una crescente collaborazione dei sanzionati, che in diversi casi hanno fornito nuovi dati utili alle indagini, contribuendo a smascherare gli organizzatori delle attività illecite. Secondo le istituzioni coinvolte, è finalmente terminata la stagione dell’impunità: da oggi “chi sbaglia paga”, e la lotta alla pirateria segna un passo decisivo verso la tutela dei diritti e la difesa dello spettacolo sportivo.
Quasi 2.500 utenti sono già stati sanzionati dall’inizio dell’anno e la repressione continua, con migliaia di nuove identificazioni in corso. Guardare il calcio legalmente, a casa o dallo stadio, rimane l’unica strada sicura e sostenibile per tutti gli appassionati e per il futuro stesso dello sport in Italia.La lotta alla pirateria calcistica in Italia raggiunge un nuovo livello: chi guarda le partite tramite IPTV pirata (“pezzotto”) rischia ora di dover pagare risarcimenti ai detentori dei diritti TV, oltre alle sanzioni amministrative. Oltre duemila utenti sono già stati identificati dalla Guardia di Finanza e possono essere citati in giudizio per danni, che possono ammontare a diverse migliaia di euro, equivalenti a circa dieci anni di abbonamenti regolari.
La trasmissione illegale di contenuti calcistici non è più una semplice “furbizia”: grazie all’autorizzazione della Procura, i dati degli utenti coinvolti sono stati trasmessi ai titolari dei diritti, che ora dispongono dei nomi necessari per intentare azioni risarcitorie in sede civile e amministrativa. La repressione si concretizza in multe e risarcimenti, mettendo a serio rischio tutti coloro che scelgono la via della pirateria digitale.
I CEO di DAZN e Sky Italia, Stefano Azzi e Andrea Duilio, sottolineano come il fenomeno della pirateria non solo danneggi le aziende titolari dei diritti TV, ma anche l’intero sistema economico legato allo sport, dal lavoro regolare al tessuto produttivo nazionale. Ogni utente pirata alimenta lavoro nero, evasione fiscale e criminalità organizzata, mettendo in pericolo chi opera legalmente e chi segue le regole.
Secondo il Comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi, Crocenzo Sciaraffa, la notifica delle sanzioni sta producendo una svolta: sono sempre di più i cittadini che collaborano alle indagini, fornendo dati utili a smantellare le reti di pirateria. La stagione dell’impunità è chiusa: chi sbaglia oggi paga davvero, e il futuro della fruizione televisiva passa dalla legalità e dal rispetto delle regole. La guerra al “pezzotto” si è fatta concreta: il calcio italiano risponde alle sfide del digitale con azioni decise e uno sforzo collettivo per proteggere il lavoro, i diritti e la passione dei tifosi.
Fonte:
Adnkronos
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