tennis
All'interno della rivalità tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner si inserisce il 38enne Novak Djokovic. 24 Slam in carriera - nessuno come lui -, 100 titoli vinti e quattro Us Open: in questa stagione, insieme all'azzurro numero uno al mondo, è arrivato tra i primi quattro in tutti i tornei del Grande Slam. Gli ultimi due incontri con lo spagnolo sono andati a lui - tra cui l'oro olimpico a Parigi, che gli ha permesso di completare il Career Golden Slam. Oggi, venerdì 5 settembre, saranno di nuovo faccia a faccia per un posto nell'ultimo atto dell'ultimo slam stagionale, con Carlitos che vuole reagire dopo le precedenti sfide contro il serbo.
E mentre il mondo si aspetta una terza finale Slam tra Sinner e Alcaraz, Nole non ha intenzione di tirarsi indietro: "Tutti si aspettano e attendono con ansia la loro sfida in finale, ma cercherò di rovinare i piani - ha dichiarato il serbo dopo la vittoria contro Taylor Fritz -. Entrambi stanno giocando sicuramente il tennis migliore di tutti anche qui. Sono stati dominanti fin dall'inizio degli Slam, però non scenderò in campo con la bandiera bianca alzata. Non credo che nessuno lo faccia quando li affronta, di certo non lo farò io. Sono in un’altra semifinale Slam, ho un’altra possibilità e spero di giocarmi al meglio le mie carte".
Dopo aver sconfitto Alcaraz nella finale olimpica di Parigi e poi nei quarti di finale degli Australian Open, Nole arriva a questa sfida con l'intenzione di confermare il trend positivo. Tuttavia, Carlitos è stato dominanti a Flushing Meadows, raggiungendo la finale senza perdere un set e confermando il suo grande stato di forma sul cemento. Quello tra il serbo e lo spagnolo è il primo confronto agli Us Open, completando così il quadro dei torneo major nei quali non si erano ancora affrontati.
Dallo scontro inaugurale al Mutua Madrid Open 2022 fino all'ultima sfida a Melbourne nel 2025, ecco tutti gli otto precedenti - con il serbo avanti cinque a tre.
La prima sfida tra i due risale al 2022, nella semifinale del torneo di casa di Carlos Alcaraz. Il primo capitolo della rivalità va allo spagnolo che, dopo aver battuto Nadal, riesce a superare anche Djokovic. Carlitos ha messo a segno 51 vincenti contro i 24 del serbo, imponendosi 6-7(5), 7-5, 7-6(5) in tre ore e 36 minuti. È stato il primo giocatore a battere Nadal e Djokovic nello stesso torneo sulla terra battuta.
"So di aver giocato un gran match - ha detto Alcaraz a fine partita - Questa vittoria mi dà fiducia per continuare a competere e vincere contro i migliori giocatori del mondo".
La prima sfida in un torneo del Grande Slam arriva a Parigi, dove fu Djokovic a imporsi, complice il crollo fisico dello spagnolo a causa dei crampi. Dopo aver vinto il secondo set, Alcaraz ha ceduto nettamente e il serbo ha vinto senza più difficoltà. "Gli ho detto a rete che ha tanto tempo davanti e vincerà sicuramente questo torneo più volte" - aveva detto Nole a fine match.
Dopo la semifinale di Parigi, la rivincita è arrivata subito nella finale di Wimbledon. Djokovic inseguiva il sogno di un altro Slam, ma Alcaraz ha cambiato la storia. Dopo aver perso nettamente il primo set e salvato un set point nel tie-break del secondo, lo spagnolo è salito di livello e ha vinto una battaglia di 4 ore e 42 minuti, conquistando il suo secondo titolo Slam - e il primo a Londra.
"È un sogno che si avvera - ha detto Alcaraz - Anche se avessi perso, sarei stato orgoglioso di me stesso. Ma farlo qui, contro una leggenda, è qualcosa di speciale".
Reduce dalla storica finale di Wimbledon, i due hanno dato vita a un altro memorabile capitolo della loro rivalità sul cemento di Cincinnati. Alcaraz era avanti di un set e un break e sembrava vicino alla vittoria, ma Djokovic ha ribaltato tutto salvando anche un match point nel tie-break del secondo set. Alla fine Djokovic ha trionfato 5-7, 7-6(7), 7-6(4).
Una sfida entrata nella storia: con oltre 3 ore e 49 minuti di gioco, è stata la finale al meglio dei tre set più lunga nella storia dell'ATP Tour. "Una delle partite più dure ed emozionanti della mia carriera - ha detto il serbo -. Sono queste le sfide che mi spingono ad allenarmi ogni giorno. Non ho mai dubitato di poter alzare il livello quando contava di più e sono felicissimo".
Dopo quattro incontri molto equilibrati, Djokovic ha ottenuto la vittoria più netta della rivalità con una prestazione dominante a Torino. Lo spagnolo ha tentato una reazione nel secondo set, ma il serbo ha annullato palle break cruciali e non ha più ceduto terreno, vincendo 6-3, 6-2.
"Ho affrontato il match con l'atteggiamento giusto, la mentalità giusta. Sapevo che dall'inizio sarebbe stata una sfida molto intensa" ha detto Djokovic.
Seconda finale a Wimbledon e seconda contro Djokovic: Carlos Alcaraz domina l'incontro vincendo il suo secondo titolo a Londra in tre set - 6-2, 6-2, 7-6(4). Nelle due ore e mezza di gioco, lo spagnolo ha messo a segno 42 vincenti contro i 26 del serbo e commesso meno errori non forzati (24 contro 25).
"È un sogno per me vincere questo trofeo - ha detto Alcaraz durante la premiazione -. In un'intervista quando avevo 11 o 12 anni dissi che il mio sogno era vincere Wimbledon, e ora l'ho realizzato. Voglio continuare a crescere, ma è una sensazione speciale giocare su questo campo bellissimo e alzare questo trofeo incredibile. È il torneo più bello, il campo più bello e il trofeo più bello".
Il penultimo incontro tra i due ha scritto una pagina memorabile nella carriera di Novak Djokovic: nell'agosto parigino, il 24 volte campione Slam ha conquistato il suo primo oro olimpico, completando il Golden Career Slam. L'allora 37enne ha resistito a un primo set epico da 94 minuti, salvando tutte e cinque le palle break. Nel secondo set ha trovato spesso il modo di indurre l'errore al potente avversario, realizzando al tempo stesso vincenti spettacolari. Un rovescio incrociato fulminante nel tie-break del secondo set sul 2-2 ha mostrato tutta la sua concentrazione. Non ha tremato e ha chiuso il match.
"Abbiamo giocato quasi tre ore per due set. È stata una battaglia incredibile - ha detto Djokovic - Quando l'ultimo colpo è passato, è stato l'unico momento in cui ho davvero pensato di poter vincere. Credevo di potercela fare, ma per chiuderla davvero… perché lui continua a tornare e costringe sempre a dare il meglio. Non so cosa dire, sono ancora sotto shock. Ho messo cuore, anima, corpo, famiglia, tutto in gioco per vincere l'oro olimpico a 37 anni. Finalmente ci sono riuscito".
L'ultimo capitolo della rivalità tra Alcaraz e Djokovic si è scritto lo scorso gennaio agli Australian Open. Già al momento del sorteggio del tabellone, l'attenzione era tutta per l'ipotetico quarto di finale tra i due, che puntualmente si è materializzato. Dodici mesi prima, a Melbourne Park, Djokovic era stato fermato da Sinner in semifinale. Molti si chiedevano se la storia si sarebbe ripetuta anche contro un altro giovane rivale. "Carlos porta tantissima energia e intensità in campo - ha detto Djokovic -. Pretende sempre il meglio dal suo avversario per avere la possibilità di vincere. Lo sapevo entrando in campo".
Il serbo ha dovuto fare i conti anche con un problema fisico: ha chiesto un medical timeout al termine del primo set, rientrando con la coscia sinistra fasciata. Lo svantaggio iniziale e il dolore, però, non sono bastati a fermarlo. Con il passare dei game Djokovic ha ritrovato ritmo e fiducia, fino a imporre la propria esperienza e contenere la rimonta di Alcaraz, chiudendo 4-6, 6-4, 6-3, 6-4 e conquistando un posto in semifinale. "Ogni set è stato tiratissimo. Il pubblico era coinvolto, c'era tantissima energia in campo. È stato incredibile, sembrava una finale di Slam. Avrei voluto che lo fosse - ha dichiarato Djokovic - Merito a lui per aver lottato. Credo che entrambi abbiamo dato tutto questa sera. Spero che la gente lo abbia visto".
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy