Gubbio
												La compagnia in tournée a Nepi
Lo spettacolo dei ragazzi della compagnia teatrale della Comunità di Capodarco in tournée. Prima tappa Nepi, nel Lazio. L’entusiasmo è già alle stelle pensando ai prossimi teatri nazionali dove la compagnia con persone con disabilità, assieme ai loro operatori, debutterà nei prossimi mesi. Una sfida vinta, un sentimento di orgoglio, un’esperienza pronta a fare scuola anche nel resto d’Italia. Un’emozione intensa ha attraversato il pubblico del festival L’altro lato della Luna, andato in scena nei giorni scorsi a Nepi in provincia di Viterbo, grazie alla rappresentazione dello spettacolo “39+1” della compagnia teatrale partecipata della Comunità di Capodarco dell’Umbria.
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“Un evento che ha lasciato il segno, capace di unire memoria, emozione e arte in un’unica, profonda esperienza collettiva”, ha detto Riccardo Sollini, direttore della Comunità di Capodarco. Lo spettacolo, diretto da Andrea Lombardi, con le musiche originali di Julian “Julico” Corradini, la partecipazione di Elisa Gallucci, Ass. Artecheinclude e Danz’Arte di Gubbio, ha portato sul palco la drammatica (e poco conosciuta fuori da Gubbio) vicenda dei 40 Martiri di Gubbio, vittime dell’eccidio nazifascista del 1944. Per molti spettatori era la prima volta che sentivano parlare di questa pagina di storia italiana, e l’intensità della narrazione ha colmato quella distanza, trasformando un ricordo lontano in consapevolezza viva.
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Al centro del racconto teatrale, la figura di Guido Profili, internato per ventidue anni nel manicomio di Perugia, e poi testimone e vittima di quella tragica storia. L’interpretazione di Luca Coscia ha saputo restituire tutta la complessità di un uomo alla ricerca di libertà, segnato dalla violenza e dalla solitudine, ma anche capace di resistere e raccontare. “Non è stata solo la storia a muovere le corde del pubblico - spiega Sollini - ma anche il percorso umano e collettivo che ha preceduto lo spettacolo: il viaggio della compagnia, le prove su un palco sconosciuto, l’emozione condivisa della prima tappa di tournée, la tensione prima dell’inizio e le lacrime al termine. Emozioni vere, vissute da un gruppo che si è comportato come una vera compagnia teatrale: coesa, appassionata, generosa”.
Il pubblico, oltre 150 persone, si è alzato in piedi in un lungo applauso. Il presentatore, salito sul palco in lacrime, ha ringraziato profundamente per aver condiviso non solo una storia dimenticata, ma anche per aver proposto un momento di teatro alto, capace di toccare il cuore. I tanti complimenti ricevuti, gli occhi lucidi di chi ha assistito, raccontano ciò che il teatro sa fare meglio: superare limiti, valorizzare ogni competenza, interrogare le coscienze e restituire senso alle nostre storie. “Perché quando l’arte è autentica e radicata nella vita, diventa uno specchio in cui guardarsi e un ponte per comprendere meglio sé stessi e il mondo” ha ricordato Sollini.
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