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Hampton, Virginia, 1958. In un mondo diviso dalla segregazione, Mary Jackson, matematica brillante alla NASA, sfida le leggi Jim Crow per inseguire il sogno di diventare ingegnera. La sua petizione per frequentare corsi riservati ai bianchi segna un punto di svolta, per lei e per la lotta all'uguaglianza. Raccontata nel film Il diritto di contare, la vera storia di Mary è un inno al coraggio e al talento.
Negli anni '50, la Virginia è segnata dalla segregazione razziale, dove le leggi Jim Crow separano scuole, bagni e opportunità. Mary Winston Jackson, nata nel 1921 a Hampton, si laurea in matematica e fisica e nel 1951 entra al Langley Research Center della NACA (poi NASA) come "computer umano" nella West Area Computing Unit, un gruppo di donne afroamericane che eseguono calcoli per missioni aerospaziali.
Il suo talento spicca, e nel 1953 l'ingegnere Kazimierz Czarnecki la invita a lavorare nella galleria del vento supersonica, dove si testano velivoli e navicelle. Per diventare ingegnera, però, Mary deve frequentare corsi serali alla Hampton High School, riservata ai bianchi. Nel 1958, sfida il sistema presentando una petizione alla contea di Hampton e convince le autorità con la sua competenza, ottenendo il permesso. Completa i corsi e diventa la prima ingegnera afroamericana della NASA.
Il suo lavoro contribuisce a missioni come Mercury e Apollo. Negli anni '70, Mary sceglie di promuovere l'inclusione come Equal Opportunity Specialist, aprendo la strada a donne e minoranze nelle STEM. Nel 2019, la NASA le dedica una struttura, e nel 2021 riceve postuma la Medaglia d'Oro del Congresso. Con solo il 7% di donne afroamericane tra gli ingegneri USA oggi, Mary resta un faro di ispirazione.
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