MUSICA
Il quintetto assemblato da Stefano Bollani ha aperto le danze al Santa Giuliana. Ieri, sabato 12 luglio, l'arena si è riempita per la prima volta in questa edizione di Umbria Jazz per il celebre pianista, accompagnato da Jeff Ballard alla batteria, Larry Grenardier al contrabbasso, Vincent Peirani alla fisarmonica e Mauro Refosco alle percussioni. Un progetto senza precedenti, che unisce straordinari talenti musicali in una band unica con un repertorio inedito, composto appositamente per questa formazione. Più di un'ora e quaranta di musica, conclusa con entusiasmo e standing ovation del pubblico, che ha chiamato a gran voce il quintet per un bis. Richiesta accolta con il brano Passion Fruit, omaggio finale al Festival.
"Un gruppo multietnico - lo definisce Bollani dal palco - che si esibisce con lavori di un autore contemporaneo: Bollani". Il concerto si è aperto con Tribe Statement e One More Bar, per poi proseguire con una serie di brani dedicati ai musicisti del quintetto. Tra questi, Umbria Jeff, scritto per il batterista Jeff Ballard: "Da qualche anno Jeff abita in Italia, quindi il titolo per lui era già sul piatto", ha scherzato Bollani.
Spazio anche a un arrangiamento del classico del Beatles And I Love Her: "Mi sarebbe piaciuto scrivere questa, ma è arrivato prima Paul McCartney", ha ironizzato il pianista. Gran finale con un omaggio alle culture d'origine dei membri della band: un medley di quattro canzoni iconiche - When the Saints Go Marchin' In, 'O Sole Mio, La Vie en Rose e Não Vem Que Não Tem - per un viaggio musicale tra Stati Uniti, Italia, Francia e Brasile.
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