PERUGIA
Qualcuno ieri si era messo in fila fin dalla mattina per entrare - gratuitamente - e assistere al concerto di Lucio Corsi, ultimo degli appuntamenti della riuscitissima edizione di Umbria che Spacca. Una fila che, via via nel corso della giornata è diventata lunghissima, fino ad arrivare all’inizio di Borgo XX Giugno.
All'apertura dei cancelli alle 19, tradizionale corsa ad accaparrarsi il posto migliore per ascoltare Corsi che con la sua voce ha incantato il grande pubblico. Lui stesso, alla vigilia del concerto, aveva detto: "Inseguire le canzoni di città in città è senza dubbio la cosa che amo di più, è la cosa che sogno da quando ero bambino. Salire sul palcoscenico vuol dire incontrare la musica, come dice Paolo Conte in Alle prese con una verde milonga. Inoltre, ogni palco è un trampolino verso un'altra realtà, lassù riesco davvero ad immaginare di essere qualcos'altro. Sono in tour per tutta l’estate. Il tipo di approccio al live è molto rock'n'roll, tutto riarrangiato e sul palco con me ci sarà la mia solita formazione, la mia banda con cui suono dal liceo. Siamo in 7, con tante chitarre ma c'è anche l'organo, la batteria e i cori. Io mi alterno fra chitarra elettrica, acustica, pianoforte e armonica. Questa è la linea da seguire: avere un sacco di strumenti e stare in giro a suonare il più possibile, e spero di continuare così anche dopo settembre. Avrò anche le mie spie con me, che preferisco agli in-ear: l'esibizione live vive di aria, non di tapparsi ognuno nella propria bolla, dove non senti niente se non la musica in cuffia. Anche quando vado a un concerto voglio vedere e sentire qualcosa di diverso da un album che posso ascoltarmi a casa; i live che amo sono fatti in questo modo, con la musica che gira nell'aria, dove se le spie fischiano va bene lo stesso perché fa parte dello show, anzi ti inizi a inventare un momento sul palco per esorcizzarle, sono ferrato".
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