Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Il santo del giorno

Il santo nato sei mesi prima di Gesù: perché il 24 giugno si celebra San Giovanni Battista

Dal battesimo nel Giordano ai falò nella notte d’estate: storia e simboli di una delle solennità più antiche della Chiesa. Come si celebra in Umbria

Ambra Costanzi

24 Giugno 2025, 00:05

Il santo nato sei mesi prima di Gesù: perché il 24 giugno si celebra San Giovanni Battista

24 giugno: si celebra San Giovanni Battista

Nella liturgia cattolica ci sono pochi giorni dedicati a una nascita. Il 24 giugno è uno di questi: si celebra la Natività di San Giovanni Battista, il profeta che battezzò Gesù nel fiume Giordano e lo riconobbe come l'Agnello di Dio. Precursore del Messia, voce che grida nel deserto, Giovanni è una figura centrale nei Vangeli. Ed è anche protagonista di tradizioni popolari radicate in tutta Europa, dove la sua festa è legata ai riti del fuoco, della luce e della purificazione.

La data non è casuale: secondo il Vangelo di Luca, Giovanni nacque sei mesi prima di Gesù. Per questo motivo, la sua nascita viene celebrata il 24 giugno, a sei mesi esatti dal Natale. Il giorno coincide con il solstizio d’estate (21 giugno), e questo ha favorito la sovrapposizione con antichi riti pagani legati al sole, poi reinterpretati in chiave cristiana.

Un culto che unisce Bibbia e tradizione contadina

Il ruolo di Giovanni nella storia cristiana è duplice: è insieme profeta e martire, legato a un'immagine di essenzialità e verità. Visse nel deserto, vestito di peli di cammello e cibandosi di miele selvatico e locuste, predicando la conversione e l’arrivo del Messia. La sua voce severa lo portò anche a denunciare il re Erode, che lo fece imprigionare e infine decapitare.

Accanto alla figura evangelica, nel corso dei secoli si è sviluppata una ricca tradizione popolare. In tutta Italia, la notte tra il 23 e il 24 giugno è legata ai falò di San Giovanni, accesi per proteggere campi e raccolti. In alcune zone si raccoglie la “rugiada di San Giovanni”, considerata miracolosa. A Firenze, Genova e Torino il santo è patrono cittadino e la giornata è segnata da celebrazioni civili e religiose.

Anche in Umbria la devozione è viva: a Bevagna, San Giovanni è ricordato come protettore dei mestieri e della terra. E a Spoleto, la cattedrale è dedicata proprio a lui.

Curiosità su San Giovanni Battista

  • È uno dei pochi santi la cui nascita viene festeggiata: gli altri due sono Gesù (25 dicembre) e Maria (8 settembre).

  • I falò della vigilia simboleggiano la luce del giorno più lungo dell’anno e la venuta della "Luce del mondo".

  • Il suo nome è legato al sacramento del battesimo, ma Giovanni battezzava solo per "purificazione" e non con lo Spirito Santo.

  • Il suo motto era: “Lui deve crescere e io diminuire”, frase che spiega anche la collocazione simbolica nel calendario: la sua festa segna l’inizio dell’accorciarsi delle giornate.

  • Secondo la tradizione, fu concepito da Elisabetta in tarda età: una nascita considerata miracolosa e annuncio del nuovo tempo.

In Umbria, tra Bevagna e Spoleto: l’identità contadina di San Giovanni

In Umbria, la figura di San Giovanni Battista è strettamente connessa al mondo rurale, alla fertilità della terra e ai mestieri tradizionali.
A Bevagna, nel cuore della Valle Umbra, il santo è considerato protettore degli artigiani: non a caso, durante il Mercato delle Gaite, viene spesso invocato nei riti legati alla produzione del lino, alla lavorazione della cera e alla tintura dei tessuti, tutte attività medievali ancora oggi rievocate.

A Spoleto, la cattedrale di San Giovanni — oggi sconsacrata ma ricca di affreschi romanici — è una delle testimonianze più antiche del culto locale.
Anche a San Giovanni di Baiano, piccola frazione sempre nel territorio spoletino, il santo è venerato con celebrazioni religiose e sagre dedicate al grano e alla mietitura: un richiamo diretto all’estate e ai frutti della terra.

Falò, erbe e rugiada: le magie della notte di San Giovanni

La notte tra il 23 e il 24 giugno è da secoli considerata una delle più cariche di simbolismo. In molte zone d’Italia (e anche in Umbria), si raccolgono sette erbe diverse, tra cui iperico, salvia, rosmarino e lavanda: lasciate in acqua per tutta la notte, al mattino diventano la cosiddetta "acqua di San Giovanni", con poteri purificatori e benefici per la pelle e la salute.

Un altro rito popolare è quello della rugiada: si dice che quella del 24 giugno sia “rugiada benedetta”, capace di guarire e portare fortuna.
Infine, i falò accesi nelle piazze — un tempo destinati a bruciare vecchi oggetti — avevano lo scopo di scacciare gli spiriti maligni e assicurare abbondanza per il raccolto.

Molti proverbi popolari legano la festa al mondo contadino. Uno tra tutti: “San Giovanni non vuole inganni: ogni pianta dà i suoi frutti e ogni cuore mostra i suoi intenti.”

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie