IL CASO
Johnny Depp in una lunga intervista a Sunday Times ha ripercorso il processo - mediatico e non - legato alle accuse di abusi da parte dell'ex moglie Amber Heard. I due si sono conosciuti sul set di The Rum Diary e sono convolati a nozze nel 2015, per poi separarsi solo l'anno successivo e arrivare al divorzio nel 2017.
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A maggio 2016 Heard denuncia Depp di violenze fisiche. Dure accuse che continuano fino alle aule del tribunale nel 2022 - un processo che viene trasmesso via streaming e che finisce a catalizzare l'attenzione mediatica. A giugno 2022 arriva la sentenza: Amber Heard deve pagare oltre 10 milioni di dollari per per aver diffamato Johnny Depp - e ha contestualmente condannato Depp a risarcire l'ex moglie per 2 milioni di dollari per le dichiarazioni diffamatorie rilasciate tramite il proprio avvocato: "Sei anni fa la mia vita, quella dei miei figli, delle persone a me care e quelle che per anni mi sono state vicine e hanno creduto in me, sono cambiate per sempre. In un battito di ciglia. Sei anni dopo la giuria mi ha ridato la vita", aveva scritto l'attore su Instagram.
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Oggi l'attore è tornato a parlare pubblicamente della vicenda, definendosi a Sunday Times: "il manichino da crash test del movimento MeToo". Depp ha parlato del peso mediatico del processo e di come ha vissuto quegli anni: "Si era andati troppo oltre. Sapevo che avrei dovuto, in un certo senso, mettermi a nudo. Tutti dicevano che le cose si sarebbero risolte da sole. Ma io non potevo fidarmi. Che cosa sarebbe dovuto sparire, esattamente? La finzione che è stata venduta in giro per il mondo? No, non sarebbe sparita. Se non avessi cercato di raccontare la verità, sarebbe stato come se avessi davvero commesso le cose di cui mi accusano. E i miei figli avrebbero dovuto conviverci. I loro figli. I bambini che ho incontrato negli ospedali. Perciò, la sera prima del processo in Virginia, non ero nervoso. Se non devo imparare battute a memoria, se si tratta solo di dire la verità… che i dadi rotolino".
"Ho superato tutti gli articoli pilotati, tutte le cavolate - ha continuato -. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma non mi importava. Combatterò fino alla fine. E se finirò a lavorare a una stazione di rifornimento? Va bene. L'ho già fatto".
Depp ha anche parlato di come alcune persone in torno a lui lo abbiano abbandonato nel corso del processo: "Cosa fa davvero male? Ci sono persone, ne ho in mente tre, che mi hanno voltato le spalle in modo meschino. Quelle stesse persone erano alle feste dei miei figli. Li prendevano in braccio, li lanciavano in aria - ha raccontato - Capisco anche chi non è riuscito a esporsi per difendermi, perché la cosa che li spaventava di più era fare la cosa giusta". "Io ho assorbito tutto in silenzio - ha concluso-. Volevo solo vedere, tra le centinaia di persone che ho incontrato in quell’ambiente, chi avrebbe avuto il coraggio di esporsi, e chi invece avrebbe preferito giocare sul sicuro. Meglio mostrarsi 'woke', no?"
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