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MUSICA

Dall'inchiesta di Selvaggia Lucarelli sulla musica al pensiero del filosofo Theodor Adorno: focus sui biglietti dei concerti estivi a 10 euro

Annalisa Ercolani

20 Giugno 2025, 15:39

Dall'inchiesta di Selvaggia Lucarelli sulla musica al pensiero del filosofo Theodor Adorno: focus sui biglietti dei concerti estivi a 10 euro

L'inchiesta di Selvaggia Lucarelli sulla musica

Biglietti svenduti a 10 euro e tour cancellati: sono questi i segnali più evidenti di una crisi che attraversa l’intero sistema musicale italiano. Dietro queste anomalie si nasconde un problema ben più vasto, quello di un’industria che spesso illude i cantanti con la promessa di grandi guadagni, salvo poi lasciarli indebitati e disillusi.

Dopo la pubblicazione dell’articolo che denunciava la svendita dei biglietti per i grandi concerti estivi negli stadi, diversi professionisti del settore hanno contattato Selvaggia Lucarelli, che ha deciso di approfondire la tematica, con un'inchiesta sulla musica. Discografici, manager, organizzatori di eventi hanno deciso di raccontare, anche se solo in forma anonima, la loro versione dei fatti. Ognuno di loro ha contribuito a ricostruire il puzzle di un settore profondamente cambiato, spiegando come si sia arrivati a regalare l’ingresso ai live anche di artisti molto noti. E il motivo, assicurano, è ben più complesso di un semplice desiderio di sold out.

Dalle testimonianze raccolte emerge il ritratto di un’industria completamente trasformata prima dall’avvento dello streaming e poi dalla pandemia, con nuove dinamiche e rapporti di potere. L’esplosione di Spotify e delle altre piattaforme digitali ha ridotto drasticamente i margini delle case discografiche: i ricavi dello streaming non sono paragonabili a quelli delle vendite fisiche di un tempo. Oggi, anche cento milioni di ascolti online – un traguardo raggiunto solo da pochi grandi nomi – portano alla casa discografica circa 350.000 euro lordi, di cui appena 80-90 mila finiscono nelle tasche dell’artista. In pratica, il successo di una canzone non garantisce più una reale ricaduta economica per chi la interpreta. Il quadro che emerge è quello di un sistema che, tra nuove strategie e rapporti di forza alterati, costringe artisti e operatori a ripensare completamente il proprio modello di business. I biglietti regalati e i tour annullati sono solo la punta dell’iceberg di una crisi che richiede risposte urgenti e strutturali.

La storia Instagram di Selvaggia Lucarelli 

L'inchiesta della Lucarelli è stata pubblicata sulla sua newsletter Vale tutto e contiene una seconda parte, che si può visualizzare una volta che ci si è abbonati, ma il nocciolo della questione è racchiuso nel titolo: "La musica è malata e Elodie è solo un sintomo". A ben vedere, la situazione attuale sembra riflettere in modo quasi profetico le tesi del filosofo Theodor Adorno, che già nel secolo scorso denunciava la trasformazione della musica in prodotto dell’industria culturale. Un bene da vendere, più che un’opera da ascoltare.

Per Adorno, la musica – una volta arte viva e pensante – si è piegata alle regole del mercato. Conta ciò che vende, non ciò che comunica. E quando il mercato detta legge, l’omologazione è inevitabile: formule che funzionano, ritmi facili, emozioni preconfezionate. È il trionfo del tutto uguale, dove anche il talento vero viene ingabbiato in logiche di profitto.

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