MUSICA
Fulminacci - nome d'arte di Filippo Utinacci - si è raccontato in una lunga intervista al podcast di Adnkronos. Classe 1997, il cantautore romano ha parlato delle sue fobie, del suo percorso artistico, di Sanremo e del rapporto che ha con il successo: "La mia più grande paura? Fare una canzone che diventi più famosa di me" - ha detto. Il timore è quello che il suo nome sparisca dietro un successo passeggero: "È una cosa brutta - ha spiegato - tipo 'Tu sei quello che canta quella canzone'. Se dovesse accadere farei di tutto per ridurre al minimo i danni".
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Fulminacci è tornato con i brani Casomai e Sottocosto, quest'ultimo è il nuovo singolo prodotto da Golden Years che cattura l'atmosfera estiva. Le due canzoni: "faranno sicuramente parte del mio nuovo album - ha annunciato -, anche se non so ancora quando uscirà perché sono ancora in fase di scrittura. Ho deciso di pubblicarli mentre lavoro al disco, per darmi un po' più di carica". Il nuovo album sarà al centro del Palazzacci Tour 2026, il suo primo tour nei palasport, che partirà dal Palazzo dello Sport di Roma il 9 aprile 2026. Al centro del progetto, vecchie hit e nuove canzoni - arricchite anche da qualche coreografia: "I balletti ci saranno sicuramente, ormai sono una mia caratteristica e non riuscirò mai a liberarmene. Con la coreografa facciamo giorni di prova dove sembriamo i protagonisti di 'Step up'. Nessuno di noi è un ballerino, non siamo minimamente in grado e mi piace proprio questo. Quando sono tra il pubblico e vedo qualcuno cimentarsi in qualcosa per cui non è portato, mi sento compreso".
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Il cantautore romano ha anche parlato di tutto ciò che lo ispira nel processo creativo che porta alla nascita delle sue canzoni: "A me piacciono le canzoni, le melodie e gli accordi e la sperimentazione di molti generi in chiave sempre leggera. L'ispirazione? Arriva dalla vita, dalle esperienze, dal confronto con gli altri. Anche i momenti di stallo creativo fanno parte del processo: Ho avuto anche tanti momenti in cui non avevo niente da dire ma non mi sono sentito frustrato. Per fortuna nessuno mi punta una pistola alla nuca mentre scrivo, nessuno mi dice 'deve uscire tutto adesso'. Quindi sono molto tranquillo da quel punto di vista".
Tuttavia, la fonte principale di ispirazione rimane la sua città natale, Roma: "È la città che conosco a cui voglio più bene, non riesco a immaginarmi altrove. I miei punti di riferimento? Francesco De Gregori, Al liceo era un po' il mio rapper preferito - ha scherzato - Senza volerlo mi ha insegnato molto, è come se mi avesse detto 'A te piace scrivere le canzoni'".
Fulminacci a Sanremo 2021
Tra le sue influenze, i grandi nomi del cantautorato italiano: Daniele Silvestri, Luca Carboni, Cesare Cremonini, Lucio Dalla, Enzo Carella e l'immancabile Lucio Battisti. La canzone che avrebbe voluto scrivere? "Hey Jude. Ricordo il concerto di Paul McCartney a Manchester, è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Un'emozione che non riesco a descrivere. Ero lì con le braccia alzate, a strapparmi i capelli come una ragazzina ai tempi della Beatlemania". Ha parlato delle sue collaborazioni dei sogni, come Ed Sheeran - anche se il Fulminacci bambino preferirebbe i Green Day.
Il cantautore ha ricordato anche la sua partecipazione a Sanremo 2021, dove ha portato il brano Santa Marinella - in un'edizione segnata dall'assenza del pubblico a causa del Covid: "È stata un'esperienza bella, che mi ha fatto crescere molto, ma senza il 'picco generalista' che rischia di far conoscere più la canzone che l'artista". Non esclude un ritorno alla kermesse musicale, ma al momento "non ho un brano adatto".
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