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Villa Pamphili, il mistero dei corpi: chi erano la donna nel sacco e la neonata sotto la siepe

Esame del DNA, denunce di scomparsa e telecamere: tutte le piste su cui stanno lavorando gli inquirenti romani. L’ipotesi madre-figlia è “plausibile ma non confermata”

Ambra Costanzi

08 Giugno 2025, 05:11

Villa Pamphili, il mistero dei corpi: chi erano la donna nel sacco e la neonata sotto la siepe

Mistero a Roma: due cadaveri a Villa Pamphili (LaPresse)

Chi erano la donna ritrovata morta in un sacco nero e la neonata stesa sotto una siepe, a pochi metri di distanza l’una dall’altra? È questo l’interrogativo su cui si stanno concentrando, da oltre ventiquattr’ore, le indagini della Squadra Mobile di Roma e del pubblico ministero Antonio Verdi, dopo la scoperta che ha scosso Villa Pamphili e l’intera città.

Secondo quanto riportato da fonti della Procura citate dall’ANSA e da Il Messaggero, non è ancora stato accertato un legame certo tra le due vittime. Ma l’ipotesi più probabile, sulla base di tratti somatici e circostanze, resta quella del rapporto madre-figlia. A confermarla o smentirla sarà l’esame del DNA, già disposto e affidato all’Istituto di medicina legale de La Sapienza.

La donna era lì da giorni?

Se sulla neonata, trovata nel primo pomeriggio di sabato sotto una siepe vicino alla Fontana del Giglio, gli accertamenti sono più agevoli, sulla donna – rinvenuta ore dopo all’interno di un sacco nero a una centinaio di metri di distanza – c’è ancora molta incertezza. Il corpo è in avanzato stato di decomposizione e potrebbe trovarsi lì da giorni, secondo una prima valutazione medico-legale riportata da Rainews.

La posizione in cui è stato rinvenuto – rannicchiato, con un braccio che sporgeva dal sacco – e l’assenza di documenti rendono più complessa l’identificazione. Si procede, quindi, anche con un confronto sistematico tra i tratti del cadavere e le denunce di scomparsa arrivate negli ultimi due mesi nella Capitale.

Video, testimoni, celle telefoniche

Parallelamente, la Polizia Scientifica ha acquisito e sta analizzando le immagini delle telecamere pubbliche e private installate in zona: in particolare, quelle degli accessi a Villa Pamphili su via Leone XIII e via Vitellia. L’obiettivo è verificare se qualcuno abbia trasportato sacchi, carrozzine o oggetti ingombranti nei giorni precedenti.

Un’ulteriore pista investigativa, secondo quanto riferisce La Repubblica, riguarda l’eventuale tracciamento delle celle telefoniche per cercare di ricostruire i movimenti di persone che si sono trattenute nell’area del parco nelle ore precedenti ai ritrovamenti. Si stanno anche ascoltando testimoni tra i frequentatori abituali: runner, residenti e operatori della manutenzione.

Il parco e le sue fragilità

Villa Pamphili, il più grande parco storico di Roma, è da anni anche una zona frequentata da senzatetto, rifugiati e persone in condizioni di fragilità sociale. Secondo alcune segnalazioni raccolte dalla stampa locale, la donna potrebbe essere una senzatetto nota ad alcuni residenti, ma per ora non ci sono conferme ufficiali. In passato, nella stessa area sono stati registrati episodi di degrado, occupazioni abusive e microcriminalità.

Le ipotesi al vaglio degli inquirenti

  • Omicidio e occultamento di cadavere, con successivo abbandono della neonata

  • Morte accidentale, con la donna deceduta prima e la bambina lasciata sola nel parco

  • Atto volontario, con un possibile gesto estremo legato a disagio sociale o psichico

Nessuna di queste piste è esclusa. Come ribadito da fonti investigative a Il Fatto Quotidiano, la priorità è identificare le vittime, per poi comprendere se ci siano responsabilità di terzi e quale sia stata la dinamica temporale dei fatti.

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