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Sinner-Djokovic, la semifinale è anche mentale: scoprite le passioni opposte delle due stelle

Alle 19 la sfida al Roland Garros: i due campioni e il loro modo opposto di gestire l'ansia da prestazione. Musica, golf e videogame contro lo yoga e il sax

Ambra Costanzi

06 Giugno 2025, 13:10

Sinner-Djokovic, la semifinale è anche mentale: musica, golf e videogame contro lo yoga e il sax

Jannik Sinner e Novak Djokovic all'Australian Open 2024 (LaPresse)

Ore 19, oggi venerdì 6 giugno, campo centrale del Roland Garros. Jannik Sinner contro Novak Djokovic, semifinale da brividi tra il presente e il passato prossimo del tennis mondiale. 

Il match sarà trasmesso in diretta su Eurosport e in streaming su piattaforme come DAZN, NOW, Sky Go e Discovery+. Ma oltre al braccio e alla testa, c’è un terreno più nascosto su cui si gioca questa partita: quello delle abitudini intime, dei riti quotidiani che ogni campione coltiva per mantenersi lucido e sopravvivere alla pressione. E lì, Sinner e Djokovic sono mondi opposti.

Djokovic: yoga, fiati e spiritualità

Novak Djokovic è un veterano della gestione dello stress. Lo fa con strumenti leggenda: pratica yoga e meditazione trascendentale da più di dieci anni, ha abbracciato una dieta vegana e si affida a tecniche di respirazione dal Pranayama. In una recente intervista al Guardian, ha raccontato di “suonare il sassofono per rallentare il battito cardiaco e ascoltare la propria voce interiore”. Ama anche il teatro: a Belgrado è comparso a sorpresa come spettatore in diverse pièce, e ha più volte dichiarato che “recitare insegna ad affrontare il pubblico senza paura”.

Insomma, Djokovic è diventato un caso da manuale per chi studia il controllo mentale nello sport.

Sinner: videogiochi, golf e silenzi

Jannik Sinner ha un approccio molto diverso, quasi opposto. Se Djokovic cerca equilibrio nella spiritualità, l’altoatesino lo trova nella semplicità. Ama il golf (“quando gioco a golf, il tempo rallenta”, ha detto a La Repubblica), si diverte con il padel e spesso, nei momenti liberi, si dedica a sessioni di videogiochi con amici del team o con colleghi. È noto anche per i suoi lunghi silenzi: Sinner non ha mai nascosto di amare la solitudine “protettiva”, utile per recuperare energie nervose e stare lontano dal rumore mediatico.

Come riportato da Il Foglio, nella sua routine non mancano mai libri (spesso biografie sportive), e podcast di psicologia. Nessuna spettacolarizzazione del benessere, solo equilibrio e misura.

Due antidoti, una sfida

Entrambi sono alla ricerca di uno stesso obiettivo: la gestione del carico emotivo. Solo che ci arrivano da strade diverse. Uno, Djokovic, lo fa attraverso una sovrastruttura fatta di spiritualità, corpo, ritmo e rituali. L’altro, Sinner, con un minimalismo quasi scandinavo, fatto di distrazioni leggere e assenza di dramma.

Il risultato è lo stesso: una testa solida, allenata. Ma oggi, alle 19, la semifinale del Roland Garros sarà anche un test per capire quale antidoto, questa volta, funzionerà meglio.

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