LA RICORRENZA
La calca dopo il crollo della tribuna del settore Z nello stadio di Bruxelles (foto LaPresse)
Chi è Terry Wilson, l'hooligan tifoso del Liverpool condannato per omicidio colposo dopo i disordini che hanno portato alla tragedia dell'Heysel. Al tempo era un giovane supporter inglese, parte della tifoseria organizzata dei reds. Quel drammatico 29 maggio 1985 aveva solo 18 anni e, come altri ragazzi della sua età, era entrato a far parte di quel lato violento che - in quegli anni - caratterizzava particolarmente il mondo del tifo britannico. Parliamo del fenomeno degli hooligan, termine utilizzato proprio per indicare i tifosi più turbolenti, indisciplinati e violenti delle squadre di calcio.
La situazione allo stadio Heysel di Bruxelles, dove a minuti si sarebbe giocata la finale di Champions League tra Juventus e Liverpool, è degenerata quando gli hooligan cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate per sfondare le reti e cercare di intimidire i tifosi bianconeri anche se, quella nel settore preso di mira non era la tifoseria organizzata della squadra torinese. Gli juventini, preoccupati anche a causa del mancato intervento della polizia belga, furono costretti ad arretrare, ammassandosi contro il muro opposto al settore della curva occupato dai sostenitori del Liverpool. Si creò una grande calca, molti tifosi si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri ancora si ferirono contro le recinzioni, fino a quando il muro crollò per il troppo peso e la situazione scoppiò nel caos più totale. Nella folla impazzita nel cercare una via d'uscita, numerose persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa.
Terry Wilson fu proprio uno dei 14 tifosi inglesi condannati per omicidio colposo. Lui stesso ha raccontato di essere stato coinvolto nella rissa in quello che descrisse come un tentativo di "salvare un ragazzo del Liverpool attaccato dai tifosi della Juve", ma ammise anche che, per lui e altri, "gettarsi nella mischia e tirare qualche pugno" era quasi una routine, parte della mentalità dell’epoca. Così fu arrestato, processato e condannato a 5 anni di carcere. Ne scontò circa 9 mesi.
Dopo aver scontato la pena, Terry Wilson ha dichiarato il proprio pentimento per quanto avvenuto in quella maledetta tribuna. Si è avvicinato alla religione, dando spazio a un cambiamento intimo e personale. Ha lavorato come insegnante ed è entrato a far parte di percorsi di sensibilizzazione sull'argomento della violenza negli stadi di calcio, parlando della sua esperienza a giovani studenti e tifosi.
Nel 2005, in occasione del ventennale della tragedia e del ritorno di Liverpool e Juventus in Champions League, Wilson scese fino ad Arezzo per incontrare Otello Lorentini, padre di una delle vittime - Roberto - e fondatore dell’Associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel. Un episodio che nacque dopo che Terry chiese a un giornalista di raccontargli le storie delle famiglie italiane coinvolte nella vicenda per la tragica perdita dei loro cari.
"Voglio andare lì, dire che mi dispiace per il ruolo che ho avuto nella morte di suo figlio e chiedergli perdono. Certo, chiedere scusa non potrà mai compensare la perdita di una persona cara, ma spero solo che facendo questo viaggio potrò, in qualche piccolo modo, aiutare le famiglie delle vittime, offrendo loro una sorta di riconciliazione e pace".
Dopo una lettera di Wilson, Lorentini acconsentì all’incontro, sebbene all’inizio fosse molto emozionato e non pronto a perdonare, riconobbe comunque l’importanza della visita. Il padre di Roberto chiese a Wilson di organizzare un'amichevole tra le giovanili di Juventus e Liverpool come gesto di riconciliazione. L'inglese riuscì a mettersi in contatto con la società e contribuì all'organizzazione e riuscita dell'evento simbolico.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy