LA VICENDA
Francesca Pascale e Daniela Santanchè
Una borsa di Hermes, oggetto di culto nel mondo del lusso, può costare anche oltre 9.000 euro. Ma se la stessa borsa viene venduta a 2.000 euro, o peggio ancora a 350, una domanda sorge spontanea: è autentica? A questa domanda hanno cercato di rispondere gli inviati di Report con una nuova inchiesta su Rai 3, andata in onda domenica 25 maggio.
Quindi tornando al quesito iniziale è vera? Secondo Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, no. O almeno non lo era quella ricevuta in regalo dalla ministra Daniela Santanchè. Pascale ha raccontato di aver portato una delle borse in una boutique Hermes a Milano, dove le sarebbe stato detto chiaramente che si trattava di un falso. "Mi è capitato di capire che era contraffatta quando l’ho portata a far sistemare" ha spiegato. Pascale quel giorno era accompagnata dalla scorta, in una delle vie del lusso milanese: "Non era proprio il massimo della gioia", ha commentato con amarezza. A quel punto avrebbe contattato la Santanchè, che inizialmente avrebbe tentato di minimizzare, per poi ammettere, sempre secondo Pascale, che si trattava di un "falso d’autore" pagato 2.000 euro.
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A gettare ulteriore benzina sul fuoco è un’inchiesta firmata da Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, che ricostruisce la possibile provenienza delle borse in questione. Il nome che spunta è quello di un certo Mauro Maradona, napoletano, venditore noto in Versilia, considerato un’autorità nel mercato parallelo delle griffe contraffatte. Mauro opererebbe soprattutto tra le spiagge e i lidi più esclusivi di Forte dei Marmi, dove si aggira con borse di ogni marchio, complete persino di certificati farlocchi.
Contattato con un numero recuperato a fatica, Mauro non si tira indietro e invia su Whatsapp 24 foto di borse, tra cui alcune Hermes. Il prezzo? 350 euro. La mini Kelly fucsia, per esempio, viene descritta come "fatta bene", con possibilità di pagamento tramite ricarica. Secondo Pascale, Santanchè avrebbe presentato il regalo come un oggetto di valore, salvo poi ridimensionarne la natura una volta smascherato: "Mi ha detto 'Dammi l’oggetto, te la cambio io'". E Berlusconi? Stando alla Pascale, il Cavaliere non gradiva questi regali vistosi. "Era molto critico con i regali di lusso. Quando gli dissi che era un falso, ci rimase male. Ma conoscendo il soggetto...", ha dichiarato Pascale a Report su Rai 3.
Daniela Santanchè, dal canto suo, ha risposto in modo sprezzante: "Grazie a Dio abbiamo trovato anche la fattura. Ci vedremo in tribunale". Tuttavia, davanti alle telecamere di Report, non ha mostrato una fattura, ma uno scontrino. La differenza non è da poco: la fattura è intestata a una persona fisica o giuridica, lo scontrino può essere intestato a nessuno. E nel caso della Santanchè, che è imputata per falso in bilancio con la società Visibilia, ogni dettaglio fa la differenza.
Pascale, intanto, non ha dubbi sul movente di certi regali. Torna con la memoria al 2013, anno della condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale, quando Forza Italia si spaccò. Santanchè, avrebbe voluto guadagnarsi i favori del leader con regali costosi, o che almeno apparissero tali, da offrire anche a chi gli era più vicino, come appunto Pascale. Alla fine, però, il regalo si sarebbe rivelato ben più che simbolico. Un falso di lusso, destinato forse a lusingare e finito per umiliare. E se davvero, come sembra, la ministra ha regalato un’imitazione spacciandola per originale, resta una domanda ineludibile: dove finisce l'eleganza e dove inizia la truffa? Vedremo cosa emergerà in futuro...
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