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La vera storia di Geronimo: l’eroe Apache che l’America voleva dimenticare

Stasera su Rai Movie Geronimo (1962): oltre il film, chi era davvero il capo indiano trasformato da Hollywood in leggenda e trofeo

Ambra Costanzi

19 Maggio 2025, 19:09

La vera storia di Geronimo: l’eroe Apache che l’America voleva dimenticare

Questa fotografia, scattata nel 1887, ritrae Geronimo, leader Apache Chiricahua, in ginocchio con un fucile

Stasera, lunedì 19 maggio, Rai Movie in prima serata manda in onda Geronimo (1962), uno dei tanti western dell’epoca d’oro di Hollywood, con Chuck Connors nel ruolo del celebre capo Apache. Ma chi era davvero Geronimo? E quanto c’è di reale dietro la figura stereotipata che il cinema americano ha imposto per decenni?

Hollywood e la guerra degli sguardi

Nel film del 1962, Geronimo è interpretato da un attore bianco, Chuck Connors. Già questo dice molto. A quei tempi, era normale affidare ruoli indigeni a volti anglosassoni, truccati con bronzer e piume, nel pieno stile del “noble savage” o del “selvaggio ribelle”.

Il western classico, dopotutto, era una mitologia costruita per giustificare la conquista del West. I nativi erano comparse nel grande racconto della civiltà americana. Ma la storia vera è molto diversa.

Goyaałé, il vero nome di Geronimo

Nato intorno al 1829, Goyaałé (“colui che sbadiglia”) era un membro della tribù Bedonkohe Apache. Non era un capo nel senso occidentale, ma uno sciamano e leader spirituale, riconosciuto per la sua forza, intelligenza e capacità di resistenza.

La sua guerra personale iniziò dopo il massacro della sua famiglia da parte dei soldati messicani. Da allora, Geronimo divenne il simbolo vivente della resistenza Apache: con pochi uomini, tenne testa per anni all’esercito americano e messicano.

Una guerra impossibile da vincere, ma anche da dimenticare

Nel film del 1962, come in molti altri di quell’epoca, Geronimo appare come un personaggio tragico, ma comunque parte del passato da superare. La realtà è che la sua resa nel 1886 segnò la fine dell’ultima grande resistenza armata indigena sul suolo americano.

Geronimo fu trattato come un trofeo. Invece di essere giustiziato, fu esibito come un’attrazione da circo, portato a cavallo alle fiere, alle esposizioni, e perfino alla parata del presidente Roosevelt. Morì prigioniero nel 1909, a Fort Sill, Oklahoma, senza mai poter tornare nella sua terra.

Il dettaglio oscuro: il furto del cranio

Secondo una lettera del 1918, membri della società segreta Skull and Bones di Yale trafugarono il cranio di Geronimo per esporlo nella loro sede. Tra loro c'era anche Prescott Bush, nonno dei futuri presidenti George H.W. e George W. Bush. Il caso è tuttora controverso, ma ha spinto i discendenti Apache a chiedere la restituzione dei resti.

Geronimo oggi: un simbolo ancora vivo

Mentre guardiamo oggi Geronimo del 1962, è importante riconoscere quanto quella narrazione sia figlia del suo tempo. Un tempo in cui i nativi americani erano ridotti a figure esotiche o nemici da sconfiggere. Ma la storia reale non si è mai lasciata domare.

Geronimo era un leader, uno sciamano, un simbolo della resistenza culturale e spirituale di un popolo intero. E la sua voce, oggi, risuona più forte che mai.

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