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Storia e televisione

Non solo bunker: il lato dimenticato degli ultimi giorni di Hitler

Mentre tutti guardano lì, la fine del Terzo Reich si consumava anche altrove: tra artisti in fuga, generali che disertavano e cittadini che speravano ancora. Una storia ignorata dalla narrazione ufficiale. Oltre il film stasera in tv "La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler"

Ambra Costanzi

13 Maggio 2025, 15:38

Non solo bunker: il lato dimenticato degli ultimi giorni di Hitler

Adolf Hitler e, a destra, bombardieri russi sui cieli di Berlino (foto LaPresse)

Non solo bunker. Queste parole potrebbero sembrare una provocazione. Eppure, mentre i riflettori storici continuano a puntare sulle ultime ore di Adolf Hitler nel bunker della Cancelleria, pochi si chiedono cosa stesse accadendo fuori, nella Berlino che cadeva, tra palazzi sventrati e speranze che si sbriciolavano. La narrazione canonica è chiara: Hitler si chiude nel suo rifugio sotterraneo, si suicida, e con lui crolla il Terzo Reich. Ma è davvero tutto lì?

Berlino in superficie: vite che continuano, nonostante tutto

Stasera, martedì 13 maggio, Rai Movie manda in onda il film "La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler" (ore 21.20). Ma vediamo che cosa succedeva fuori. Nel caos della città bombardata, c'era chi ancora lavorava, pregava, rubava per fame o nascondeva quadri d'autore nei sotterranei dei musei. I teatri erano chiusi, ma alcuni attori famosi trovavano rifugio nelle campagne, mentre altri venivano arruolati a forza per combattere nelle ultime linee di difesa.

I civili vivevano in un tempo sospeso: sapevano che stava finendo, ma non sapevano cosa li aspettava.

La fuga degli uomini di cultura

Mentre i gerarchi si asserragliavano, alcuni intellettuali tentavano l'impossibile: salvare il patrimonio culturale tedesco. A Potsdam, un gruppo di archivisti trafugò intere casse di manoscritti antichi per metterli al sicuro prima dell'arrivo dei russi. Altri, meno fortunati, bruciarono le loro opere per non farle cadere in mani nemiche.

Chi disertava davvero?

Una parte della Wehrmacht non aveva più alcuna intenzione di combattere. Generali come Walther Wenck si rifiutarono di obbedire agli ordini disperati di Hitler. In alcuni casi, preferirono usare le truppe per evacuare civili , piuttosto che difendere un regime morente.

Le ultime lettere, i testamenti non letti

Decine di testamenti scritti nelle ultime settimane di guerra sono stati scoperti solo anni dopo. Non parliamo di testamenti politici, ma di lettere personali, confessioni disperate , lasciate da ufficiali e cittadini comuni. Molti parlavano di vergogna, altri di colpa. Pochi, pochissimi, ancora di fede nel Führer.

Il giorno dopo

Mentre nel bunker calava il silenzio definitivo, fuori la città provava a capire se fosse davvero finita. Le truppe sovietiche arrivavano in massa, e Berlino diventava un campo di battaglia per la verità: chi era colpevole, chi vittima, chi semplicemente sopravvissuto?

La storia degli ultimi giorni di Hitler non si esaurisce nel cemento umido di un bunker. Esiste una Berlino parallela, dimenticata, che merita di essere raccontata. Una città che non cercava eroi, ma una fine dignitosa in mezzo alla distruzione . E forse, proprio lì, fuori dal mito, inizia la vera comprensione di cosa fu davvero la caduta del Terzo Reich.

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