Attualità
Il ballerino Marco Toccaceli
Dall'Umbria ai vertici della danza nazionale. Alla Scala di Milano. E all’Arena di Verona. Ha spiccato un salto unico il ballerino della città di Salvatorelli, Marco Toccaceli. Al Teatro alla Scala ha preso parte allo spettacolo Evgenij Onegin, una nuova produzione firmata da Mario Martone coreografie Daniela Schiavone. All’Arena di Verona sarà di scena con la Carmen, Aida, Nabucco, La Traviata e Rigoletto.
Classe 1995, Marco sin da piccolo è appassionato d’arte e in particolare del balletto. Il suo percorso di studi è iniziato a Roma con il corso professionale realizzato dall’Associazione italiana danzatori (Aid). Dopo essersi diplomato ha preso parte a diversi lavori in Italia e all’estero, come ad esempio: Compagnia Nazionale del Balletto, Tui Mein Schiff, Be Your Miracle Company, Opera di Roma, Pinocchio Back to Wood. Ballerino di videoclip musicali e produzioni cinematografiche, ama spaziare. “Mi piace sperimentare e saltare da uno stile l’altro dal theatre jazz, al modern, all’opera. Inoltre mi piace stare delle volte dietro le quinte e costruire, creare”, spiega al Corriere dell’Umbria.
“‘Ho sempre inteso la caduta come germoglio da cui rinascere’, voglio partire da questa frase perché la danza è una risposta a tutto e mi fa sentire vivo”, continua Toccaceli. “Ho sempre risposto al giudizio con la mia danza. Da piccolo ero discriminato perché avevo questa passione, ora ringrazio il mio coraggio perché ho sempre pensato che fare qualcosa con amore fa la differenza, come una carezza di una persona e un abbraccio di chi ti vuole bene. La danza è una possibilità di condivisione. Un mezzo che mi fa sentire bene in connessione con la società, la natura e le persone. Ora vivo questo sogno consapevole delle cadute e dei momenti no…fa tutto parte del percorso e non scarto nulla. Auguro a tutti coloro che si sentono pesci fuor d’acqua di continuare per la loro strada perché in realtà stanno cercando la loro parte più autentica e bella. Ringrazio infine tutte le persone che mi sono state vicine nei momenti no, perché proprio lì vedi la forza che ti circonda e l’amore che fa la differenza in ogni percorso. Viva la danza, viva l’espressione, via la sensibilità e l’ascolto di se stessi e degli altri”, conclude l’artista.
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