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Il cardinale folignate Betori su Papa Leone XIV: "Un piacere risentire le parole di Sant'Agostino"

Rita Maffei

10 Maggio 2025, 18:12

Il cardinale folignate Betori su Papa Leone XIV: "Un piacere risentire le parole di Sant'Agostino"

Il cardinale Giovanni Betori e Papa Leone XIV

Del neo eletto Papa Leone XIV "non ho una profonda conoscenza della persona, se non attraverso quello che ha manifestato ed espresso nelle Congregazioni, e poi grazie a qualche incontro personale legato alla presenza degli Agostiniani a Firenze a Santo Spirito. Penso però che le sue prime parole lo rivelino completamente: anzitutto la centralità di Cristo, perché non ha chiamato a una qualsiasi pace, ma alla pace di Cristo Risorto, quella che proviene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente". Sono le parole del cardinale Giovanni Betori, originario di Foligno nonché arcivescovo emerito di Firenze, rilasciate ai microfoni di Radio Toscana.

"Certo, accanto alla figura della persona di Gesù, ha indicato subito i bisogni del mondo: la pace, la giustizia, l’attenzione agli ultimi, e in questo si è inserito nella tradizione di tutti gli ultimi papi, dei papi in genere, ma per noi soprattutto gli ultimi, fino a Francesco. Mi ha fatto poi molto piacere risentire il detto di Sant'Agostino sulla bocca di un agostiniano: "con voi cristiano, per voi vescovo" che significa che lui tiene tanto alla comunione di vita dei cristiani nella Chiesa, all’apporto che tutti devono dare alla vita della Chiesa, dall’altra però anche alla responsabilità che l’Ordine Sacro, in particolare l’Ordine Episcopale hanno nei confronti di tutto il popolo di Dio". Ha proseguito l'unico cardinale umbro tra i protagonisti e i presenti all’interno del conclave che ha portato all’elezione del nuovo Pontefice.

Tornando poi sulla scelta del cardinale Robert Francis Prevost, Betori ha spiegato: "Occorre prima di tutto comprendere che il Conclave non è lo scontro tra posizioni diverse, perché se si entrasse in Conclave con l’idea che c'è un partito, una linea da difendere, staremmo ancora lì e per giorni e giorni. Lo scopo del Conclave è invece di trovare un punto di convergenza di tutte le attese, di tutte le attese, ripeto, delle diverse parti, trovare un’intesa, quindi una persona che possa interpretare l’unità della Chiesa e il suo cammino in questo tempo. Non è difficile alla fine fare un Conclave dal punto di vista della scelta delle persone, perché le persone le abbiamo conosciute nel tempo e poi ultimamente nelle Congregazioni, quindi si individuano le figure che possono essere punti di riferimento, quelle che fanno sintesi. Questo è molto importante, perché la Chiesa tende all’unità, la Chiesa è comunione, non è divisione, non è vittoria di un partito su un altro. La logica della votazione di Conclave è completamente diversa dalla logica politica e questo a volte impedisce anche l'interpretazione di questi momenti da parte dell’opinione pubblica. Ma poi la gente recupera bene il valore religioso dell’evento, perché 150 mila persone tra Piazza San Pietro e Via della Conciliazione erano lì contente che noi cardinali avessimo trovato un punto di unione per la comunione e la missione della Chiesa".

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