Gran Bretagna
Harry e Meghan, forte la rottura con la Royal family (LaPresse)
C’è una differenza sottile ma cruciale tra essere reali e vivere come tali. E Harry e Meghan, ormai residenti fissi in California, continuano a dividere l’opinione pubblica britannica: per alcuni sono due traditori della Corona, per altri vittime consapevoli di un sistema che non perdona l’autonomia.
I titoli nobiliari dei Sussex sono tornati al centro del dibattito dopo l’ennesima fiammata mediatica. Questa volta a riaccendere le tensioni è stata un’intervista di Harry alla BBC, dove ha espresso il desiderio di ricucire i rapporti con la sua famiglia, pur ammettendo che “non sa quanto tempo resti a suo padre”. Parole affettuose? Forse. Ma nel Regno Unito, sempre pronto a leggere ogni sillaba sotto la lente della correttezza istituzionale, sono apparse a molti come una pressione emotiva fuori luogo.
La reazione del pubblico non si è fatta attendere. Secondo un sondaggio riportato dal New York Post e condotto da Express, il 97% degli intervistati (oltre 4.500 persone) si è detto favorevole alla revoca dei titoli di Duca e Duchessa di Sussex. Un segnale forte, anche se non ufficiale, di quanto la coppia sia diventata un nodo difficile da sciogliere per la monarchia.
Secondo quanto riportato dal sito australiano news.com.au, il principe William sarebbe favorevole a una rimozione formale dei titoli reali non appena salirà al trono. Una misura che, nel suo pensiero, servirebbe a preservare l’integrità della Corona. Non si tratterebbe tanto di punizione, quanto di chiarezza: chi è fuori, è fuori del tutto.
Tuttavia, anche Harry e Meghan hanno i loro argomenti. Dopo l’uscita dalla famiglia reale nel 2020, hanno rinunciato a fondi pubblici e incarichi ufficiali, cercando di costruirsi una vita autonoma. I loro progetti mediatici, per quanto criticati da una parte dell’opinione pubblica, sono parte di una strategia di sopravvivenza in un mondo dove visibilità e reputazione sono le nuove monete di scambio. E non si può ignorare che, da parte loro, la critica alla monarchia è stata anche una denuncia di comportamenti tossici e pressioni psicologiche, più volte confermati da fonti interne e riporti di stampa.
Certo, qualche scivolone comunicativo c’è stato. Meghan ha recentemente firmato una nota utilizzando l’appellativo “Sua Altezza Reale”, tecnicamente abbandonato nel 2020. È stato un errore? Una provocazione? Difficile dirlo. Ma in un contesto tanto sensibile, anche un dettaglio può diventare un caso di Stato.
Alla fine, la questione dei titoli non è solo una formalità. È lo specchio di una monarchia che cerca equilibrio tra passato e presente, tra regole rigide e relazioni familiari complesse. Per Harry e Meghan, quel “Duca e Duchessa di Sussex” non è solo un’etichetta: è un residuo di un’identità dalla quale si sono allontanati, ma che il mondo continua a cucirgli addosso.
Quanto ancora resteranno nobili? Dipenderà dal re, dalla stampa, dall’opinione pubblica - ma anche da loro stessi. Perché nella monarchia del XXI secolo, i titoli contano. Ma ancora di più contano le narrazioni. E in questo, Harry e Meghan restano protagonisti.
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