CINEMA
Maura Delpero
In una serata segnata da polemiche, imbarazzi e qualche meme diventato virale in tempo reale, Maura Delpero ha firmato la pagina più luminosa dei David di Donatello 2025. Con Vermiglio, intenso affresco familiare ambientato in un villaggio alpino alla fine della seconda guerra mondiale, ha conquistato sette premi, tra cui Miglior film e Miglior regia ed è la prima donna nella storia del premio a ricevere questo riconoscimento.
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Non è una sorpresa, ma una conferma. Bolzanina, classe 1975, Delpero ha un percorso solido, internazionale e coerente. Laureata in lettere tra Bologna e Parigi, ha studiato Drammaturgia a Buenos Aires, esperienza che ha segnato profondamente il suo sguardo registico. Dopo un primo lavoro come assistente in Bangladesh per Le ferie di Licu (2006), ha esordito con documentari premiati come Moglie e buoi dei paesi tuoi e Signori professori, fotografia in movimento sulla scuola italiana. Con Nadea e Sveta ha esplorato maternità e migrazione, conquistando la critica e sfiorando il David nel 2013.
Il salto nel cinema di finzione arriva nel 2019 con Maternal, presentato a Locarno e accolto con entusiasmo in oltre cento festival internazionali. Ma è con Vermiglio che Delpero tocca il vertice della maturità artistica: Leone d’Argento a Venezia, candidatura italiana agli Oscar 2025, nomination ai Golden Globe e ora trionfo ai David.
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Il film ha vinto anche per la migliore sceneggiatura originale, fotografia, casting, suono e miglior produzione. Un successo netto, meritato, costruito nel tempo. In un’edizione segnata dall’assenza di premi per Paolo Sorrentino e dalla delusione per Giorgia (la cui canzone per Diamanti era tra le favorite), è stato Vermiglio a imporsi come il vero film dell’anno.
E non è stata l’unica donna a brillare. La cerimonia ha consacrato una generazione di talenti femminili: Tecla Insolia ha vinto come Miglior attrice protagonista per L’arte della gioia di Valeria Golino, premiata anche per la sceneggiatura. Valeria Bruni Tedeschi, attrice non protagonista, ha offerto uno dei momenti più imprevedibili della serata. Margherita Vicario, con Gloria!, ha incassato tre premi: esordio alla regia, miglior canzone e compositore. Una serata al femminile, che si è fatta sentire.
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