il personaggio
Giulio Beranek interpreta Gerri
Chi è l'attore che interpreta l'ispettore Gregorio Esposito, meglio conosciuto come Gerri? Il protagonista della nuova serie tv firmata Rai è Giulio Beranek, nato a Taranto il 26 gennaio 1987 da padre giostraio di origini ceche e madre spagnola, ha trascorso l’infanzia seguendo i ritmi erranti delle fiere. Un’infanzia nomade, vissuta in roulotte e sotto i tendoni dei circhi, che ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua visione del mondo.
Durante l’adolescenza, un trasferimento in Grecia e l’ingresso nel settore giovanile dell’Olympiakos sembravano indicare un futuro nel calcio professionistico. Ma un grave infortunio al ginocchio ha spento presto quel sogno, aprendo le porte a una nuova vocazione: la recitazione.
Scoperto per caso dal regista Alessandro Di Robilant, che lo ha voluto protagonista del film Marpiccolo (2009), Beranek si è imposto da subito per la sua recitazione istintiva, cruda, visceralmente sincera. Una dote che il pubblico e la critica hanno imparato ad apprezzare nel tempo, anche grazie a interpretazioni intense in film come Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Una questione privata dei fratelli Taviani, L’arminuta di Giuseppe Bonito e Muori di lei (2025), suo ultimo lavoro sul grande schermo.
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Ma è anche la televisione ad aver contribuito alla sua consacrazione. Dopo aver preso parte a numerose fiction, è con Tutto può succedere che si fa conoscere al grande pubblico, interpretando Lorenzo. Seguono ruoli in Il cacciatore, Christian, Briganti e ora Gerri (2025), dove veste i panni di Gregorio Esposito, ispettore di polizia di origine rom, ispirato ai romanzi di Giorgia Lepore. Un ruolo forte, che incarna i contrasti di un uomo diviso tra legge e istinto, tra radici e redenzione. Un personaggio scritto addosso a lui.
La serie tv Gerri
Vita privata
Riservato e schivo, Beranek evita i riflettori fuori dal set. Vive con la compagna e i due figli, Ares Maria e Sofia Antonia. La sua presenza sui social è discreta, quasi silenziosa: condivide progetti, raramente scorci privati. Nel 2018 ha raccontato la propria storia nel libro autobiografico Il figlio delle rane, un viaggio tra le roulotte dell’infanzia e le ombre della crescita, tra il sogno spezzato del calcio e la vocazione imprevista per il cinema.
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Tra un set e l’altro, ha ideato anche la docu-serie I re del Luna Park, con Marco Pellegrino e Daniele Mitta, un omaggio al mondo da cui proviene. Un universo dimenticato, fatto di mani callose, camion sgangherati e fiere di paese. Ma anche di umanità autentica. Parla correntemente italiano e greco moderno, ed è profondamente legato a Taranto, città che continua a considerare la sua casa. Il filo rosso della ricerca delle origini, dell’identità e del senso di appartenenza, attraversa quasi ogni sua interpretazione.
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