Spoleto
I tessuti esposti nella mostra
Un’esperienza unica, dove ricerca storica, artigianato e inclusione si intrecciano in un percorso educativo e culturale. ”Trame Longobarde: racconti in-tessuti” è un progetto espositivo che racconta la civiltà longobarda attraverso la ricostruzione fedele di abiti, tessuti, bordure, armi e accessori realizzati interamente a mano dai detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto. Dopo dodici anni di viaggio in tutta Italia, la mostra torna per la prima volta a Maiano, nel cuore del carcere dove ogni manufatto ha preso vita, ma dove non era mai stata allestita. Il progetto è promosso sin dalla sua nascita dal Comune di Spoleto e la mostra è nata nel 2013 come iniziativa sperimentale grazie al sostegno della Regione Umbria e si è successivamente sviluppata e consolidata grazie ai fondi del Ministero della Cultura, destinati alla valorizzazione dei siti Unesco italiani.
Il Comune di Spoleto ha continuato nel tempo a coordinare e implementare il progetto attraverso l’Associazione Italia Langobardorum, rafforzando negli anni un modello di progettazione condivisa e inclusiva, capace di coinvolgere numerose istituzioni. L’idea di riportare la mostra proprio dentro la Casa di Reclusione di Spoleto è nata su proposta del vicesindaco di Spoleto, Danilo Chiodetti, e ha trovato immediato sostegno nel Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Italia Langobardorum e nella sua presidente Rosa Palomba, vicesindaco del Comune di Monte Sant’Angelo (FG). Decisivo è stato anche il supporto e l’accoglienza, tra gli altri, della direttrice del penitenziario Bernardina Di Mario, del comandante Luca Buontempo, del vicecomandante Nicola Borrelli. Al trasferiento e l’allestimento hanno collaborato anche i docenti dell’IIS Sansi Leonardi Volta, lo stesso istituto che nel 2013 aveva messo a disposizione i telai e il laboratorio di scenografia, mentre all’interno del carcere svilupparono i corsi di tessitura, cuoio e sartoria.
L’esposizione è stata allestita negli spazi dedicati ai percorsi scolastici di primo e secondo livello attivi nella struttura penitenziaria e propone un’immersione nella quotidianità della civiltà longobarda, attraverso la ricostruzione di oggetti simbolici come tessuti, ornamenti, spathe, scramasax, scudi, gioielli, calzature, cinte. Gli abiti esposti sono stati in parte confezionati con tessuti industriali, mentre l’altra metà è stata realizzata con tessuti interamente fatti a mano su telai orizzontali a licci, rispettando fedelmente densità dei fili, tecniche di torsione e materiali d’epoca.
Ogni figura è esposta davanti a fondali fotografici che riproducono le architetture longobarde del sito Unesco, offrendo ai visitatori un contesto immersivo e storicamente coerente.
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