La storia
Lady Diana ed Elton John
Il 6 settembre 1997 il mondo si fermò davvero. Le strade erano silenziose, le televisioni accese ovunque. Tutti con gli occhi puntati su Westminster Abbey, dove si celebrava il funerale di Lady Diana, scomparsa tragicamente solo una settimana prima in un incidente d’auto a Parigi. Ma se quel giorno è scolpito nella memoria collettiva, lo si deve anche a un momento che, ancora oggi, mette i brividi: Elton John che canta Candle in the Wind in una versione tutta nuova, pensata solo per lei.
I funerali di Lady Diana nel 1997
Quella tra Diana Spencer ed Elton John non era un’amicizia da copertina: era vera, profonda, fatta di stima reciproca e confidenze. Si erano conosciuti nel 1981, all’inizio del matrimonio con Carlo e da allora i due avevano condiviso molte battaglie, incontri e momenti privati.
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Diana era una grande fan dell’artista, ma era Elton a sentire in lei qualcosa di unico: una donna fragile e fortissima, amatissima dal popolo e scomoda per il protocollo reale. Elton fu particolarmente colpito dalla morte improvvisa di Diana, avvenuta solo sei settimane dopo la perdita di un altro caro amico, Gianni Versace.
Lady Diana consola Elton John al funerale di Gianni Versace nel 1997
Eppure, il giorno del funerale fu lui a regalare al mondo uno dei momenti più toccanti della storia recente. Grazie all’intervento del decano di Westminster, Wesley Carr, che convinse la famiglia reale a fare un’eccezione, Elton salì all’altare, sedette al pianoforte e iniziò a cantare. La canzone era Candle in the Wind, scritta nel 1973 per Marilyn Monroe, ma Bernie Taupin – il suo storico paroliere – la riscrisse per l’occasione. Nacque così Goodbye England’s Rose, un tributo dolcissimo e straziante alla principessa del popolo.
Lady Diana con i suoi due figli, William e Harry
Quelle note, cariche di commozione, attraversarono l’abbazia e rimbalzarono nei cuori di milioni di spettatori in tutto il mondo. "Fu il momento più grande della mia vita", dirà poi Elton. E fu anche un successo planetario: il singolo vendette oltre 30 milioni di copie, diventando uno dei brani più venduti della storia. Ma al di là delle classifiche, rimase impresso come il simbolo del lutto collettivo per una figura amata, fragile, luminosa.
Lady Diana non era solo un’icona di stile, ma una donna che seppe dare volto e voce a chi non ne aveva. Dalla lotta contro l’HIV alle campagne contro le mine antiuomo, il suo impegno sociale le valse l’affetto del mondo e l’antipatia di parte della Corona. Ma fu proprio questo a renderla unica. Oggi, a distanza di quasi trent’anni, quel funerale e quella canzone restano uno dei momenti più toccanti della memoria contemporanea. Non solo un addio pubblico, ma un abbraccio mondiale a una donna che aveva saputo farsi amare come poche altre. E che, ancora oggi, continua a vivere nel ricordo e nella musica.
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