IL GIALLO
La nuova stagione di Un giorno in pretura si apre con il caso di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultras del gruppo di ultradestra laziale gli irriducibili, ucciso il 7 agosto 2009 in una panchina al Parco degli Acquedotti a Roma.
Fabrizio Piscitelli, noto negli ambienti della curva della Lazio con il soprannome di Diabolik o Diablo, nasce a Roma il 2 luglio 1966. Figlio di un ispettore di polizia e di un'impiegata, diventa rapidamente una figura di spicco nel mondo degli ultras, fino ad arrivare, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, ad essere tra i capi degli Irriducibili, la frangia più estrema dei tifosi della Lazio.
Nell'ampio contesto del tifo organizzato, Diabolik gestisce due società - la Fans Edition e la Mister Henrich - entrambe dedicate alla commercializzazione dei gadget legati agli Irriducibili, il quale capitale viene diviso tra la moglie Rosa Corazza e le figlie Giorgia e Ginevra, e un'associazione culturale denominata sempre Mister Henrich. Politicamente schierato a destra, ha più volte espresso sostegno e simpatia per il fascismo.
Nel 1998 subisce la prima condanna per danneggiamento seguita, l'anno successivo, da una condanna a tre anni e dieci mesi di reclusione per reati legati al traffico di droga. Nel 2000 subisce altre condanne per gioco d'azzardo e scommesse clandestine. Nel 2005 viene condannato per ingiurie e resistenza a pubblico ufficiale e per lesioni aggravate nel 2007.
Nel settembre 2013, nell'ambito dell'operazione Castillos, guidata dal Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza, Piscitelli viene inquadrato come principale referente di un'organizzazione narcotrafficante autonoma. Viene arrestato dopo due mesi di latitanza il 25 ottobre 2013, e nel gennaio 2015 arriva la condanna a quattro anni e otto mesi con rito abbreviato per traffico di sostanze stupefacenti.
Insieme ad altri leader degli Irriducibili e manager della Società Sportiva Lazio, viene condannato nel 2015 a tre anni e due mesi di reclusione in primo grado per estorsione ai danni del presidente dei biancocelesti Claudio Lotito. Secondo quanto emerge dalle indagini, il coinvolgimento dei membri del tifo organizzato sarebbe stato motivato dal giro di affari legato alle vendite del merchandising, alle scenografie negli stadi e al monopolio del servizio di sicurezza.
Il 7 agosto 2019, intorno alle ore 19.00, Piscitelli viene ucciso, in un agguato, con un colpo di pistola alla nuca mentre era seduto su una panchina del Parco degli Acquedotti a Roma.
Le indagini vengono subito affidate alla Squadra Mobile della polizia di stato e della Direzione Distrettuale Antimafia. Inizialmente, vengono esaminate le telecamere di sorveglianza e viene interrogato l'autista cubano che da giorni accompagnava Diabolik in ogni suo spostamento. Tuttavia, dalle investigazioni non emerge alcun elemento significativo.
Coreografia dei tifosi della Lazio per Diabolik
La svolta nel caso arriva dopo due anni e mezzo di indagini, quando viene arrestato Raul Esteban Calderon - il cui vero nome è Aleandro Musumeci - per l'omicidio di Diabolik. Il killer viene individuato grazie a dei filmati di sorveglianza che lo ritraggono, vestito da runner, mentre si avvicina a Piscitelli e gli spara alla nuca, per poi allontanarsi correndo in direzione della telecamera di cui non sospetta l'esistenza. Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe legato all'ambito del controllo delle piazze di spaccio di Roma.
I possibili mandanti dell'omicidio sarebbero i fratelli Leandro ed Enrico Bennato, rivali della batteria di Ponte Milvio, l'organizzazione criminale guidata da Piscitelli. Il 25 marzo 2025 i giudici della terza Corte d'Assise di Roma hanno condannato all'ergastolo Calderon, senza riconoscere l'aggravante del metodo mafioso utilizzato per pianificare e mettere a segno il delitto.
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