IL CASO
Chi è Raoul Esteban Calderon, alias del vero nome Gustavo Alejandro Musumeci, condannato all'ergastolo per l'omicidio del noto capo ultrà laziale Fabrizio Piscitelli detto Diabolik. Di origini argentine, è nato a Buenos Aires il 30 aprile 1970. Il suo coinvolgimento nel mondo della criminalità è precoce, e inizia a compiere furti e rapine in Argentina. Si trasferisce in Italia, dove continua a commettere reati minori, fino a diventare un sicario professionista al servizio di organizzazioni criminali legate al narcotraffico romano.
E' stato condannato, il 18 febbraio 2025, a 12 anni di carcere. I fatti risalgono al 13 luglio 2021, quando Calderon - cappello in testa e mascherina al volto - ha avvicinato i fratelli Emanuele e Alessio Costantino in un bar nel quartiere di Alessandrino di Roma. Spara diversi colpi con una calibro 9x21 colpendo il primo alla spalla e al volto fino a quando l'arma si inceppa, elemento che ha salvato i due da morte certa.
E' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio del cittadino albanese a Shehaj Selavdi detto Passerotto. Mentre da un lato è "provata con certezza la responsabilità di Raul Esteban Calderon e Giuseppe Molisso per l'omicidio di Selavdi Shehaj", avvenuto in uno stabilimento balneare a Torvaianica, il 20 settembre del 2020" non fu un'esecuzione di mafia.
Ergastolo per l'omicidio di Diabolik, ex capo degli Irriducibili della Lazio. Anche in questo caso l'esecuzione di Fabrizio Piscitelli non è stata aggravata dal metodo mafioso ma solo dalla premeditazione. Lo hanno stabilito i giudici della terza Corte d'Assise di Roma che hanno condannato al carcere a vita Raoul Esteban Calderon, il cittadino argentino che il 7 agosto del 2019 freddò Piscitelli con un colpo di pistola alla testa su una panchina del parco degli Acquedotti, nel quartiere Tuscolano a Roma.
La prova schiacciante contro Calderon è contenuta in un video registrato da una telecamera di sorveglianza privata che ha ripreso l'omicidio di Piscitelli e la successiva fuga del killer: l'uomo, vestito da runner, si avvicina alla vittima, seduta su una panchina, gli spara alla nuca e si allontana correndo, in direzione della telecamera di cui non sospetta l'esistenza. Tutto si consuma in una manciata di secondi che sono oggi la prova regina contro l'arrestato.
"Dall'analisi tecnica del filmato dell'omicidio - scrive chi indaga -, eseguita prima dalla polizia scientifica e successivamente dal consulente tecnico incaricato dalla procura, è emersa una chiara compatibilità tra il killer visibile nel filmato e il soggetto gravemente indiziato".
L'ex compagna di Raul Esteban Calderon che lo ha accusato dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli è Rina Bussone, una donna che si fa chiamare Buscettina. Ha reso dichiarazioni importanti durante le indagini e il processo, contribuendo a incriminare Calderon per l'omicidio. Rina Bussone ha deposto il 18 settembre 2023 mattina, in videoconferenza nell'aula bunker di Rebibbia dove, davanti ai giudici della Corte di Assise, ha confermato le dichiarazioni nel processo che aveva già reso ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia a dicembre del 2021. La procura di Roma contesta all'imputato le accuse di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi. "Conosceva bene il Parco degli Acquedotti, andavamo a correre anche lì. Ho riconosciuto Raul nel video dell'omicidio che mi avete mostrato, la sua maglietta, i pantaloncini e la sua postura". Con queste parole, l'ex compagna del cittadino italo argentino, ha confermato le dichiarazioni davanti ai pubblici ministeri Mario Palazzi e Rita Ceraso.
Buscettina è sottoposta a un programma di protezione a causa delle sue dichiarazioni contro Calderon.
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