Televisione
Dacia Maraini
Dacia Maraini ospite oggi in tv da Caterina Balivo a La Volta Buona, venerdì 7 marzo alle 14.00. Nel cuore della Toscana, a Fiesole, il 13 novembre 1936, è nata la scrittrice, destinata a brillare nel panorama letterario italiano. Cresciuta in una famiglia intrisa di cultura e arte, l'infanzia di Maraini è caratterizzata da un melting pot di stimoli intellettuali che segneranno indelebilmente la sua carriera di scrittrice. Fosco Maraini, suo padre, è un antropologo e scrittore rinomato, mentre la madre, Topazia Alliata, si distingue come pittrice di nobili origini. Le radici familiari di Dacia affondano in un ricco humus culturale: suo nonno paterno, Antonio Maraini, fu scultore e critico d'arte schierato con il Partito Nazionale Fascista e la nonna, Yoi Crosse, era scrittrice inglese. Dal versante materno, si annoverano Enrico Maria Alliata di Villafranca, gastronomo, e Oria Maria Amelia “Sonia” Ortúzar Ovalle de Olivares, talentuosa cantante lirica.
L'infanzia in Giappone
Nel 1939, la famiglia Maraini si trasferisce in Giappone, dove Dacia trascorre gli anni imprescindibili della sua infanzia, fino al 1945. È qui che nascono le sue sorelle, Yuki e Antonella. Tuttavia, il Giappone diventa anche teatro di un dramma personale: durante la Seconda Guerra Mondiale, a seguito della rottura dell'Italia con l'Asse, la famiglia viene internata in un campo di concentramento. Un'esperienza dolorosa che Dacia ha scelto di rievocare solo nel suo ultimo romanzo, Vita mia del 2023. In una toccante intervista rilasciata alla rivista Oggi, la scrittrice confessa la difficoltà di scrivere quelle pagine: "Scrivevo una pagina e mollavo lì per mesi. Ma, come dice la senatrice Segre, anche se dà dolore abbiamo il dovere di testimoniare".
Maraini racconta di un Giappone vissuto inizialmente come rifugio accogliente, ma che presto si trasforma in un incubo di scelte forzate e divisioni intransigenti: "Dopo la firma dell'armistizio, i giapponesi chiesero agli italiani presenti nel Paese di dichiarare fedeltà alla Repubblica di Salò. Convocarono i miei genitori separatamente: entrambi rifiutarono senza consultarsi, nonostante le minacce di un campo di concentramento. Mamà provò solo a chiedere che noi bambine fossimo rimandate in Italia, dai nonni. Al diniego giapponese, ella rispose con fermezza.
Dacia Maraini nel 1990
Nonostante le sofferenze, Maraini non ha mai rimproverato i genitori per la loro scelta coraggiosa, riconoscendo in essa un "grande esempio morale" che l'ha guidata per tutta la vita. Ritornata in Italia nel 1945, Dacia si stabilisce con il padre a 18 anni, dopo la separazione dei genitori. La sua carriera letteraria prende il via nel 1962, consacrandola presto come una delle voci più influenti e rispettate della letteratura italiana. Dacia Maraini non solo incarna una vita segnata dalla resistenza e da valori morali incrollabili, ma rappresenta anche un faro luminoso nel panorama culturale italiano, unendo il potere della parola a quello del coraggio.
La carriera
Nel panorama della letteratura italiana, pochi nomi brillano come quello di Dacia Maraini. Il suo ingresso trionfale nel mondo delle lettere avvenne con il romanzo La vacanza, pubblicato nel 1962. Fino ad allora, Maraini aveva già iniziato a farsi conoscere scrivendo e fondando una rivista letteraria, ma fu la narrazione della giovane Anna, una quattordicenne che lascia il collegio per trascorrere le vacanze con il padre, a consacrare il suo talento narrativo. Questo esordio fu impreziosito dalla prefazione di Alberto Moravia, una figura di spicco della letteratura italiana, che riconobbe subito il valore della giovane autrice. Da quel momento, Dacia Maraini non ha mai smesso di raccontare storie, esplorando con particolare intensità l'universo femminile.
Dacia Maraini nel 1960
Tra le sue opere più celebri si annoverano Memorie di una ladra del 1972 e Donne in guerra del 1975. Tuttavia, è con La lunga vita di Marianna Ucria, pubblicato nel 1990, che Maraini ottiene il prestigioso Premio Campiello, confermando così la sua posizione di rilievo nella letteratura italiana. Un altro riconoscimento importante arriva nel 1999 con il Premio Strega, vinto grazie alla raccolta di racconti Buio. L'opera di Maraini ha avuto anche una significativa trasposizione cinematografica. Tra i film tratti dai suoi romanzi, L’età del malessere e Teresa la ladra sono esempi di come il suo lavoro abbia saputo attraversare con successo diversi linguaggi espressivi.
Indimenticabile è Monica Vitti nel ruolo della protagonista di Teresa la ladra. E ancora, Marianna Ucria diretto da Roberto Faenza nel 1997 e la collaborazione alla sceneggiatura de Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini dimostrano l'eclettismo e la versatilità della scrittrice. Oltre ai romanzi, Dacia Maraini si è dedicata con successo alla saggistica, alla narrativa per l'infanzia, alla poesia e al teatro. La sua capacità di esplorare vari generi letterari le ha permesso di collaborare con la rinomata rivista Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Carocci e Alberto Moravia, un'opera che conferma la sua instancabile ricerca e passione nel mondo della cultura e della scrittura.
Vita privata
Dacia Maraini, la scrittrice di fama internazionale, ha raccontato in un'intervista a L'Espresso di come l'amore abbia pervaso tutta la sua esistenza, non solo limitandosi alle relazioni romantiche, ma estendendosi anche a passioni per libri, viaggi e conoscenza. "Ho amato tanto" afferma decisa la Maraini, sottolineando come l'amore sia un elemento vitale e un desiderio incessante di connessione con gli altri. Sebbene sia consapevole che l'attrazione fisica possa svanire, crede fermamente che un amore vero lasci sempre spazio a una solidarietà e a una tenerezza durature.
Dacia Maraini a Porta a Porta nel 2023
Ripercorrendo le tappe sentimentali più significative della sua vita, la Maraini ricorda il suo primo matrimonio con Lucio Pozzi, un celebre pittore. Un'unione breve, durata appena quattro anni, segnata dalla tragica perdita di un figlio al settimo mese di gravidanza. Successivamente, l'incontro con Alberto Moravia segna un capitolo fondamentale per la scrittrice. Dopo essersi conosciuti in un bar, Maraini ha chiesto a Moravia di scriverle la prefazione del suo primo romanzo, un gesto che ha dato il via a una relazione lunga circa quindici anni, ricca di scambi intellettuali e affinità emotive. "Tra noi è rimasta una gratitudine e una solidarietà bellissime", confessa la Maraini, pur sottolineando che non si sono mai uniti in progetti professionali. L'ultima relazione nota della scrittrice è quella con Giuseppe Moretti, un artista e attore di 25 anni più giovane di lei, scomparso prematuramente nel 2007. Una storia che testimonia, ancora una volta, la capacità di Maraini di vivere l'amore in tutte le sue sfaccettature, mantenendo sempre viva la fiamma di un sentimento che, per lei, è sinonimo di impeto e desiderio di vita.
I successi e i premi di Dacia Maraini
In un panorama letterario in continua evoluzione, i premi appaiono non solo come semplici trofei di talento, ma piuttosto come testimonianze di carriere coltivate con dedizione e passione. È questo il caso di Dacia Maraini, che, dopo sessant’anni di vita letteraria poliedrica, ha collezionato innumerevoli riconoscimenti, troppi per essere menzionati singolarmente, ma ognuno simbolo di un merito indiscusso. L’incipit del viaggio letterario di Maraini è segnato dal suo primo trionfo, con la vittoria del Premio Formentor de las Letras nel 1962, un premio che funge da rampa di lancio verso una carriera costellata di successi.
Un altro pietra miliare è il Premio Campiello nel 1990, seguito da prestigiosi premi come il Flaiano per la narrativa, il Mondello e, immancabilmente, il rinomato Premio Strega nel 1999, ogni riconoscimento rappresentando un tassello del mosaico di una carriera straordinaria. Ma Maraini non si ferma ai premi letterari. Le sue doti e il suo impatto culturale sono stati riconosciuti anche attraverso diverse lauree honoris causa e il Premio Letterario Internazionale Viareggio Répaci alla carriera. Le sue capacità narrative e la profondità culturale sono state ulteriormente celebrate con cittadinanze onorarie, un ulteriore attestato del segno lasciato nella società e nella cultura. L'ultimo in ordine di tempo, il Pegaso d’Oro, le è stato conferito nel 2024, un ennesimo riconoscimento che non fa altro che sottolineare l’incontrastato eco delle sue parole. Infatti, Dacia Maraini non è solo una scrittrice, ma un’autentica narratrice del tempo, capace di stupire e intrattenere, lasciando un’impronta indelebile e perenne con le sue storie in grado di parlare al cuore dei lettori.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy