CINEMA
Steven Spielberg alla premiere del film The Fabelmans (foto LaPresse)
The Fabelmans è l'opera più intima e personale dell'intera filmografia di Steven Spielberg. E' l'ultimo lavoro, cronologicamente parlando, del gigante dell'industria cinematografica, due volte Premio Oscar alla miglior regia con Schindler's List e Salvate il soldato Ryan, ma anche mente che ha partorito i capolavori E.T, Lo squalo e Jurassik Park. L'opera è liberamente ispirata all'infanzia e all'adolescenza dell'artista. E' tutto realmente accaduto ciò che viene raccontato in The Fabelmans? Cosa cambia rispetto alla vita reale di Steven Spielberg?
Innanzitutto va fatto riferimento al cast. Il regista per la scelta degli attori avrebbe seguito un iter minuzioso, al fine di trovare volti davvero molto simili a quelli dei genitori, che fossero in grado di evocare un profondo legame personale. Ecco che vengono scelti Michelle Williams per il ruolo della madre, ispirato a Leah Adler, Seth Rogen nei panni del ruolo ispirato a Bernie Adler, collega del padre e amico di famiglia, Paul Dano per interpretare il padre Arnold e infine, il protagonista, Gabriel LaBelle che ha recitato nei panni di un giovane Steven Spielberg. Va detto che il primo cambiamento fondamentale che avviene nel film è nell'utilizzo dei nomi. Non vengono utilizzati quelli reali: la madre diventa Mitzi Fabelman, sposata con Burt Fabelman, l'amico Bennie Lowey e il giovane protagonista, che diventa Sammy Fabelman.
La trama ripercorre passaggi chiave dell'infanzia del regista realmente accaduti, a partire dalla scena iniziale. I due genitori accompagnano il piccolo Sammy al cinema a vedere il film Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. DeMille. Una visione davvero fondamentale per la vita di Steven Spielberg che rimane estasiato in particolare dagli effetti speciali, precisamente nella scena dell'incidente ferroviario. Da quel giorno nasce una passione che cambierà per sempre la sua esistenza, quella per il cinema. Sin da bambino inizia a realizzare dei piccoli cortometraggi, che spesso coinvolgono gli stessi familiari, con una 8 mm, la stessa che la madre Mitzi regala a Sammy nel film. E, proprio come nella pellicola, all'età di 12 anni Spielberg ricrea con i suoi treni Lionel, la scena simbolo de Il più grande spettacolo del mondo, filmandola. Ricorda: "I treni giravano e giravano e dopo un po' divenne noioso, e avevo questa cinepresa da otto millimetri e inscenai un incidente ferroviario e lo filmai. Fu dura sui treni, ma poi potei tagliare la pellicola in molti modi diversi e guardarla più e più volte".
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Il padre di Spielberg, Arnold (scomparso nel 2020, due anni prima della realizzazione del film) era un ingegnere elettronico e la madre, Leah Adler, una pianista, entrambi di origine ebraica. Tutti elementi ripresi fedelmente all'interno della pellicola. Nel 1957 la famiglia del giovane regista si trasferisce a Phoenix, in Arizona, da New Jersey, luogo in cui vivevano dal 1952. I motivi del trasloco sono da ricondurre all'attività lavorativa del padre. Diventa un giovane boy scout e usa la cinepresa di suo padre per realizzare film amatoriali, iniziandola a portare con sé in ogni viaggio degli Scout. Elemento, anche questo, che viene raccontato nel film. All'età di 13 anni, Spielberg realizzò un film di guerra di 40 minuti, Escape to Nowhere, con un cast composto di compagni di classe. Lo stesso che viene mostrato nel film, quando Sammy filma e utilizza un espediente in post-produzione per realizzare effetti speciali amatoriali.
Nel film arriva dunque un passaggio cruciale della vita di Sammy (Spielberg): il divorzio dei genitori. Sammy inizia a montare un filmato delle vacanze in campeggio della sua famiglia per mostrarlo a Mitzi e tirarla su di morale dopo la morte della madre; si accorge così, attraverso alcune scene, di una tresca amorosa tra sua madre e Bennie. Nella vita reale, Steven Spielberg - proprio nella fase di promozione del film - annuncia in un'intervista di come a sedici anni effettivamente scoprì la relazione tra sua madre e il migliore amico del padre. Fatto che, Steven, non ha mai avuto il coraggio di rivelare al padre. "Non ne è mai stato a conoscenza. Ritenevo fosse un segreto che avrei potuto celare per sempre. Realizzare questo film, in qualche modo, mi ha fatto comprendere quanto a lungo io abbia portato questo peso. Ho dovuto affrontarlo, con il cuore e con l'anima, prima di poterlo esternare. Solo quando ci sono riuscito, ho finalmente provato il rammarico sincero di non aver condiviso tutto ciò con mio padre". Il divorzio tra Arnold e Leah arriva tre anni dopo la spiacevole scoperta di Spielberg.
Steven Spielberg è stato bersagliato al liceo di insulti antisemiti. In un'intervista al Corriere della Sera nel 2004 rivela: "Avevo paura di andare a scuola, di tornare a casa da solo e di incontrare nuovi coetanei, perché temevo che seguissero le teste calde che mi disprezzavano e passandomi accanto gridavano sporco ebreo". Nel film, viene ripercorsa anche questa fase con i due compagni, Logan e Chad, che lo criticano con sarcasmo antisemita, fino ad arrivare a picchiarlo dopo che Sammy rivela, alla ragazza di uno dei due, un dettaglio che non doveva sull'amante di uno dei due bulli.
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