curiosità
La serie tv su Il conte di Montecristo in onda su Rai 1 è già arrivata al suo terzo appuntamento. La storia di Edmond Dantès prende una svolta inaspettata quando, dopo dieci anni di prigionia, incontra l'Abate Faria, che lo guida in un tunnel verso la libertà e gli indica la posizione di un tesoro nascosto. La storia del tesoro ha però un fondo di verità.
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Nel romanzo di Dumas, il grande tesoro del Conte, appartenuto alla famiglia Spada e nascosto sull'isola di Montecristo, è ispirato a un'antica leggenda legata a un ipotetico tesoro che i monaci di San Colombano, prima della distruzione del monastero di San Mamiliano edificato proprio sull'isola di Montecristo, avrebbero nascosto.
San Mamiliano è una figura realmente esistita, la quale storia si sviluppa tra realtà e leggenda. Nato probabilmente a Palermo, di cui ne diviene vescovo durante la persecuzione dei Vandali, viene attaccato dagli ariani e mandato in esilio da Genserico a Cartagine. Ha numerosi compagni di esilio che vissero con lui la vita eremitica, tra cui la tradizione ricorda santa Ninfa. Trascorre gli ultimi anni nell'isola di Montecristo, nella cosiddetta Grotta di San Mamiliano.
Leggende popolari e tradizioni orali attribuiscono la presenza di un tesoro sotto l'altare del monastero a Montecristo, luogo dove morì il santo. Almeno due documenti antichi citano la memoria del tesoro sull'isola; il primo risale al 1549, nel quale il granduca di Toscana Cosimo I sconsigliava di fare ricerche per la presenza dei pirati, mentre il secondo è del 1670, quando, una spedizione dalla Corsica, scovò solo "alcuni pignatti e vasi pieni di cenere".
La leggenda ha, però, un fondo di verità. L'elemento che separava i vari esploratori dall'effettivo tesoro non è la figura di San Mamiliano, ma il luogo dove si situava il monastero a lui intitolato. Il leggendario tesoro non andava cercato nell'isola di Montecristo, ma nella chiesa intitolata al santo situata a Sovana, in provincia di Grosseto.
Infatti, nel 2004 gli archeologi della Sovrintendenza di Siena hanno trovato sotto l’altare della Chiesa di San Mamiliano a Sovana 498 monete d’oro coniate sotto gli imperatori Leone I e Antonio, entrambi al potere proprio nel periodo in cui era vissuto il santo, il V secolo d.C.
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