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PERUGIA

Pestaggio brutale a Fontivegge, aggressore condannato a 3 anni per tentato omicidio

Francesca Marruco

12 Settembre 2025, 11:49

Pestaggio brutale a Fontivegge, aggressore condannato a 3 anni per tentato omicidio

Un frame del video che ha immortalato l'aggressione

Tre anni e tre giorni di reclusione. E’ questa la condanna emessa nei confronti di un 23enne di origine magrebina che a dicembre dello scorso anno aveva picchiato selvaggiamente, insieme a due ragazzi minorenni un 31enne incensurato. L’aggressione era avvenuta davanti all’ingresso di un hotel in piazza Vittorio Veneto e quelle immagini erano diventate subito virali per la loro estrema brutalità. In un primo momento si pensava che quello che si vedeva a terra fosse sangue, invece, era emerso grazie agli accertamenti, si trattava di salsa di pomodoro, che era uscita dalla bottiglia quando uno degli aggressori aveva provato a romperla in testa alla vittima.

Nonostante l’assenza di sangue a terra, il 31enne era stato in serio pericolo di vita perché i suoi aggressori avevano continuato a prenderlo a calci in testa anche quando lui era già esanime a terra senza possibilità alcuna di difendersi. I suoi aggressori anzi, gli avevano pestato gli arti superiori, schiacciandogli le mani con i loro piedi. E’ anche per questo motivo che, per tutti e tre, la procura della Repubblica - il fascicolo era del pm Gennaro Iannarone - e quella dei minori, avevano contestato il tentato omicidio a tutti gli indagati.

Secondo l’accusa, i tre, avevano “colpito con pugni violentissimi e calci l’uomo che poi cadeva a terra”. Una volta sul pavimento gli “calpestavano le mani con le scarpe e il maggiorenne lo colpiva più volte in testa con una bottiglia di pomodoro finché la stessa non si rompeva”. L’aggressione lo aveva ridotto in stato di incoscienza, ma anche in quelle condizioni era stato colpito ancora diverse volte. Il capo di imputazione infatti parla di “cinque violentissimi calci alla nuca” che avrebbero potuto provocarne la morte dato che l’uomo era anche incosciente. Nel corso del processo con rito abbreviato che si è concluso ieri con la condanna del 23enne, il suo avvocato, Barbara Romoli, aveva avanzato la richiesta di perizia psichiatrica, ma era stata rigettata dal giudice.

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