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Città di Castello

Giovane studente trattenuto in Giordania torna a casa: la fine di un incubo per Kameleddine e la sua famiglia

L'annuncio del console tunisino dopo giorni di attesa: era in stato di fermo da domenica

Patrizia Antolini

15 Agosto 2025, 00:00

Il giovane studente trattenuto in Giordania torna a casa: la fine di un incubo per Kameleddine e la sua famiglia

Il giovane tifernate premiato come studente modello dal sindaco Secondi

I giorni di angoscia sono finiti ieri pomeriggio (giovedì 14 agosto) alle 14. “Suo figlio è stato rilasciato, le indagini hanno dato esito negativo. Domani potrà tornare a casa”. Le parole del console tunisino in Giordania sono arrivate come un goccia d’acqua nel deserto. La famiglia di Kameleddine Haj Mabrouk non aveva più notizie del loro figlio, giovane studente tifernate di 22 anni, da domenica, quando la sua vacanza post laurea si era trasformata in un incubo.

Era stato il personale dell’albergo di Aqaba a gelare con le prime notizie frammentarie i familiari poi nelle ore successive la conferma del console tunisino: Kameleddine era in stato di fermo in Giordania. Erano in corso delle indagini sul suo passato e sulla natura del suo viaggio in Giordania: in quel lembo di terra che non ha pace da secoli e dove l’uomo in questi anni ha perso la sua umanità il giovane tifernate si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. 

Il suo essere cittadino tunisino (si è trasferito a Città di Castello all’età di tre anni e dunque è solo residente in Umbria ma non è cittadino italiano), la sua laurea in ingegneria e la perfetta conoscenza dell’inglese lo hanno reso un sospettato in un paese che vive da vicino l’orrore della Palestina.

“Io e mia madre glielo avevamo detto un po’ scherzando - ricorda Salsabil, sorella minore di Kameleddine che in questi giorni, assieme alla madre, ha lanciato appelli e chiesto aiuto per riportare a casa il fratello - sei proprio sicuro di andare in Giordania? Lui mi aveva detto di aver fatto delle verifiche sulla sicurezza del paese con la Farnesina e non c’erano problemi. Mio fratello non pensava di potersi ritrovare in una situazione del genere.... E’ un ragazzo per la pace ed era lì solo per una vacanza: in questi lunghi giorni sono stata sempre fermamente convinta della innocenza di mio fratello. Sapevo che non aveva fatto nulla... anche se con il passare delle ore ero preoccupata delle notizie di tanti innocenti che vengono trattenuti in quelle terre. Credo siamo stati fortunati: sì la mia famiglia è stata fortunata”.

Nel futuro di Kameleddine, dopo una brillante laurea in ingegneria al politecnico di Torino e il diploma di informatica con il massimo dei voti al Franchetti Salviani c’è l’università di Trento per iscriversi alla magistrale: il suo obbiettivo fare ricerca. “Mio fratello è un ragazzo abitudinario, per lui deve essere stato molto difficile affrontare questi giorni e uscire dai propri ritmi ... voglio ringraziare quanti ci sono stati vicini in questi giorni nella nostra comunità tifernate. Per noi è stato importante e ci ha dato forza”. Nelle prossime ore la famiglia potrà riunirsi a Città di Castello: sarà la madre di Kameleddine ad aspettarlo oggi (venerdì 15 agosto) all’aeroporto di Fiumicino a Roma, con il primo volo disponibile. Si riabbracceranno intenzionati a dimenticare il più presto possibile quanto accaduto.

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