PERUGIA
Spuntano i video dell’orrore. File che potrebbero essere decisivi per incastrare l’autore dello stupro in centro storico a Perugia. Durante quelle cinque ore di inferno la vittima è riuscita ad accendere la funzione registra del cellulare e immortalare parte delle violenze. Le immagini non sarebbero nitide, l’immobile in cui è stata portata e poi violentata - in una via centralissima della città - era completamente buio, ma si sentirebbero bene le voci, le urla. Il diniego di lei e poi la sopraffazione. Il materiale è al vaglio degli inquirenti, che hanno stretto il cerchio sul presunto stupratore. È in fase di identificazione: si è in attesa di ulteriori elementi probanti.
Sul posto poi, dopo un sopralluogo alla presenza della vittima, sarebbero stati ritrovati anche dei documenti che riconducono a un soggetto ben preciso. Uno straniero. Il lavoro certosino di indagine e ricostruzione della procura della Repubblica retta da Raffaele Cantone e della squadra Mobile della questura di Perugia avrebbe già permesso di delineare un quadro solido. I fatti sono avvenuti - stando al racconto della ragazza, originaria della Mongolia - intorno alla metà di luglio. Lei dopo l’aggressione - in cui ha riportato ferite riscontrate dagli stessi sanitari che l’hanno presa in cura - è stata per giorni barricata in casa per paura che il suo aggressore potesse rintracciarla: sì perché, stando al suo racconto, sarebbe riuscita a fuggire solo approfittando di un momento di disattenzione dell’uomo. Poi, una volta arrivata nel suo appartamento, ha chiamato la madre, che ha immediatamente preso un volo per raggiungerla a Perugia.
Subito dopo la denuncia alla polizia, con tanto di identikit. Gli accertamenti portati avanti da quel momento avrebbero permesso di ottenere diversi riscontri rispetto alla querela. La giovane è stata sottoposta alle procedure di sicurezza previste nei casi simili, compresi i colloqui con lo psicologo. È stata attivata anche la polizia Scientifica, che sta lavorando sul materiale organico refertato sugli indumenti della donna. Sono in corso accertamenti anche sull’immobile in cui è stata portata con una scusa dopo un primo incontro conoscitivo con quello che si sarebbe poi rivelato l’orco: si tratterebbe di un locale in una via nota del centro storico già segnalato per una serie di accessi non autorizzati. Dentro, gli inquirenti hanno sequestrato materiale utile all’indagine. Tra cui appunto un documento che utile all’identificazione di un uomo. La pista imboccata ha condotto a un approdo ben definito, e in poco tempo: per completare l’iter con un fermo è solo questione di giorni. Forse di ore.
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