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Perugia

Cancro scambiato per colecisti, la famiglia si oppone all'archiviazione

La procura aveva chiesto l’archiviazione, la famiglia della vittima si è opposta. Il gip si è riservato la decisione

Francesca Marruco

10 Luglio 2025, 10:22

Cancro scambiato per colecisti, la famiglia si oppone all'archiviazione

I familiari non ci stanno e ieri mattina, durante l’udienza dinanzi al gup Valerio D’Andria hanno nuovamente chiesto di non archiviare il procedimento penale in cui sono iscritti 13 operatori sanitari, accusati di omicidio colposo, perché avrebbero scambiato il cancro della loro madre per una colecistite.

Il tutto, come denunciato dal figlio, era iniziato a maggio del 2021 ed era finito a ottobre nel peggiore dei modi, con il decesso dell’anziana. Nel mezzo, una lista lunghissima di sviste e negligenze, diagnosi errate e mancati esami diagnostici. L’anziana, di 85 anni, era stata operata a maggio 2021 per una sospetta infiammazione della colecisti e non era stato effettuato l’esame istologico, che da subito avrebbe invece rivelato l’esistenza di un cancro alla cistifellea. Qualche tempo dopo, dato che la donna continuava ad avere dolori, era stata nuovamente ricoverata e operata e in quell’occasione, il secondo grande errore: all’anziana era stato diagnosticato non un carcinoma alla colecisti - già operato - ma uno - inoperabile - al pancreas.

Dopo diversi mesi la donna era finita nuovamente in ospedale con una situazione ormai gravissima ed era deceduta di lì a poco. Nel mentre, tanto potenziale tempo sprecato senza fare alcun tipo di cura. Cure che secondo i familiari - uno dei figli è un medico chirurgo - avrebbero potuto salvarla ma che per il consulente della procura - nominato in seguito alla denuncia - non avrebbero dato esito certo. Ed è proprio da questa perizia che arriva il perché della richiesta di archiviazione: il medico legale nominato dalla procura, che comunque ha analizzato il caso dalle cartelle cliniche non essendo stato effettuato esame autoptico, sostiene che non ci furono comportamenti di abnorme negligenza da parte degli operatori sanitari coinvolti e che, anche in presenza di esame istologico della prima ora, l’anziana probabilmente non si sarebbe salvata.

Sul banco degli imputati, qualora il gup dovesse accogliere la tesi dei familiari, finirebbero 12 medici dell’ospedale e un medico di famiglia. Gli operatori sanitari, sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Delfo Berretti, David Brunelli, Marco Brusco, Lino Ciaccio e Franco Libori.

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