perugia
A livello nazionale c’è un trend in diminuzione relativo al consumo di eroina, in Umbria invece la tendenza è diametralmente opposta, con Terni che doppia Perugia. E’ quanto emerge dall’analisi delle acque reflue - eseguita dall’istituto Mario Negri - e contenuta nella relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, commissionata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nello specifico emerge che dai campionamenti dei residui metabolici delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane effettuati in 38 città italiane, Perugia e Terni - insieme a Verona - vanno in controtendenza quanto a consumo di eroina. “Il consumo di eroina mostra un’ampia diminuzione nella maggior parte delle città monitorate. Le città dell’Italia centrale - sta scritto nella relazione - continuano a presentare i livelli di consumo più elevati, con Perugia (3,5 dosi) e Terni (7,5 dosi) ai primi posti”. Inoltre, come si legge nella relazione, “Terni e Verona registrano un lieve incremento”, mentre Perugia, insieme a Campobasso, Ancona, Firenze, l’Aquila, Roma e Pescara, una “significativa riduzione”. Nonostante le oscillazioni, anche positive evidenziate, basti pensare che il consumo medio di eroina rilevato in Italia è di 1,2 dosi (l’anno precedete era stato di 2,8) ogni mille abitanti, mentre in Umbria è di 3,5 a Perugia e 7,5 a Terni.
Terni viene citata per l’analisi delle acque reflue anche per quanto riguarda la diffusione della cannabis, della cocaina, dell’anfetamina e dell’ecstasy. Nello specifico, per quanto riguarda la cannabis - che si conferma essere la sostanza più diffusa - “con numero di dosi variabile tra 14-15 per persona a Vibo Valentia e Trapani e 95-100 dosi per persona in città come Bologna, Roma e Olbia. L’analisi comparativa con i dati raccolti negli anni precedenti (2020-2022) evidenzia un aumento del consumo in diverse città, tra cui L’Aquila, Lucca, Milano, Roma, Belluno, Terni e Verona”. Per ciò che concerne la cocaina, che risulta essere “la seconda sostanza più diffusa in Italia, con consumi variabili tra 2-3 dosi (Vibo Valentia, Biella) e 23-25 dosi (Olbia, Rimini, Montichiari, Venezia). Rispetto agli anni 2020-2022, il consumo è aumentato in città come L’Aquila, Potenza, Latina, Terni e Verona, mentre ad Aosta e Belluno è più che raddoppiato. Al contrario, si registra una diminuzione a Bari e Perugia, mentre nel resto delle città il trend rimane stabile”. Capitolo metamfetamina: “Si registrano a Bologna (1,1 dosi), Milano (0,7), Roma (0,7) e Venezia (0,4), con un aumento ad Ancona, Bologna, Cagliari, Venezia, Terni e Trani”. per quanto riguarda l’ecstasy si rivelano i valori più alti a Bologna e Milano (0,6 dosi) e Trieste (0,4)”, ma nella relazione vengono messi in evidenza “incrementi significativi ad Aosta, Roma, Lucca, Pescara, Terni e Verona”.
A Terni va anche un altro preoccupante primato. Per le triptamine infatti, sostanze allucinogene, la N,N-DMT è stata rilevata in 31 città e la 5-MeO-DMT in 9 città, con valori massimi rispettivamente di 0,4 mg (Rimini) e 0,5 mg (Terni)”.
Altro triste primato, l’Umbria lo registra per quanto riguarda le overdose mortali: il cuore verde infatti è secondo solo alle Marche per il tasso di mortalità. Nello specifico, se nelle Marche si tratta di 20 ogni milione di abitanti, in Umbria il dato si attesta su 15. A seguire il Friuli e la Sardegna con 12.
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