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Giornata mondiale dell'ambiente, in Umbria troppe auto e troppo vecchie. Zara (Legambiente): "Qualità della vita penalizzata"

Catia Turrioni

05 Giugno 2025, 11:55

Incidente sul raccordo Perugia-Bettolle: traffico bloccato in prossimità dello svincolo di Perugia/San Faustino

Traffico sostenuto in Umbria dove si contano 77 auto ogni cento abitanti

Con 77 auto ogni 100 abitanti, l’Umbria è tra le regioni più motorizzate d’Italia. In alcuni casi, come a Perugia, ci sono più veicoli privati che patentati. “Una situazione che non solo stride con gli obiettivi ambientali fissati dall’Unione europea, ma che produce conseguenze gravi: emissioni in crescita, dipendenza dai carburanti fossili, costi economici insostenibili per le famiglie e una qualità della vita penalizzata”, evidenzia il presidente di Legambiente Umbria, Maurizio Zara.
Secondo i dati dell’Aci elaborati dal Centro Studi AutoScout24, quasi 302.700 veicoli in Umbria appartengono ancora alle classi ambientali Euro 4 o inferiori, il 45,9% del totale. Di questi, oltre 70.000 sono Euro 0 o Euro 1: vere bombe ecologiche su quattro ruote che da sole rappresentano il 10,6% del parco circolante. I numeri, relativi al 2024, emergono in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente.

L’età media delle auto in circolazione è altrettanto preoccupante: quasi la metà dei veicoli (44,2%) ha oltre 15 anni. In numeri assoluti, sono più di 291.000 automobili che consumano ed emettono molto più di quelle di nuova generazione. A Terni la situazione è particolarmente critica: 48,7% delle auto è Euro 0-4, mentre il 10,9% è Euro 0 o 1, la percentuale più alta tra le province umbre.
Nonostante gli incentivi e l’aumento dell’offerta, l’Umbria resta indietro anche nella corsa alla mobilità a basse emissioni. Le auto elettriche rappresentano appena lo 0,4% del totale. Se si sommano le ibride, si arriva al 5,2%: un dato decisamente al di sotto della media nazionale e distante anni luce dagli standard europei.
Le città principali confermano il trend: Perugia arriva al 5,3%, Terni si ferma al 4,7%. Una crescita troppo lenta, frenata da ostacoli strutturali, culturali ed economici.


Ma perché in Umbria si continua a usare così tanto l’auto, anche per spostamenti di pochi chilometri? Secondo Maurizio Zara la risposta è duplice. Da una parte c’è un trasporto pubblico carente: In molte aree dell’Umbria, non solo nei piccoli borghi i servizi sono scarsi, mal distribuiti e poco affidabili. Dall’altra si registra una mobilità attiva inesistente o pericolosa: camminare o andare in bici in sicurezza è spesso un miraggio. Le infrastrutture ciclabili sono poche, disconnesse e non protette. In certi casi, spostarsi in bicicletta “significa rischiare la vita”, come denuncia Legambiente Umbria.


A completare il quadro c’è il fattore economico: l’Umbria non è una regione ricca. Comprare un’auto nuova è fuori portata per molte famiglie, che si vedono costrette a mantenere veicoli vecchi e inquinanti. Un circolo vizioso alimentato dall’aumento del costo del carburante e dai limiti delle attuali misure di sostegno. Per Legambiente Umbria la priorità è chiara: potenziare il trasporto pubblico e incentivare la mobilità attiva, rendendo le città più accessibili a pedoni e ciclisti. Serve poi un’accelerazione sulle politiche di rinnovo del parco auto, anche con veicoli a benzina o diesel di nuova generazione, meno inquinanti e più accessibili economicamente.
Il mercato offre opportunità: secondo AutoScout24, il 57% delle auto in vendita è Euro 6, e sei su dieci hanno meno di 5 anni. Inoltre, il 21% è ibrido o elettrico. Un segnale che il cambiamento è possibile, se sostenuto da politiche intelligenti e infrastrutture adeguate.

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