terni
Il neo maggiorenne accusato di avere sfregiato - forse con un cacciavite o un taglierino - l’anziana vicina di casa il 7 gennaio scorso, è stato arrestato due settimane fa non solo con l’accusa di stalking nei confronti della fidanzata. Il ragazzo infatti - assistito dall’avvocato Alberto Catalano - deve rispondere anche dell’accusa di lesioni. Secondo quanto emerge, avrebbe “afferrato per i capelli” la fidanzatina minorenne - che a sporgere denuncia era andata col papà - l’avrebbe “colpita” e “fatta cadere a terra”. Un’aggressione che alla minore è costata dieci giorni di prognosi. Un’aggressione che, pur facendo parte di un diverso fascicolo, non può non influire anche solo come annotazione riguardante un soggetto potenzialmente violento.
Al giovane - a cui il gip di Terni ha concesso i domiciliari con braccialetto elettronico 48 ore fa dopo l’iniziare trasferimento in carcere - viene anche contestato di avere perseguitato la fidanzatina prima che lei mettesse fine alla loro relazione, presentandosi spesso a casa sua e cercandola al telefono. Secondo quanto emerge, il 18enne ha risposto al gip in sede di interrogatorio di garanzia e fornito la sua versione dei fatti, che in qualche modo deve aver fatto ritenere al giudice che i domiciliari con braccialetto, e non il carcere, fossero sufficienti. Intanto ieri mattina l’incidente probatorio in programma al tribunale dei Minori nell’ambito dell’inchiesta sulla rapina e la brutale aggressione all’anziana ex insegnante, Paola Ferri, di cui il ragazzo è accusato, è stato rinviato per un difetto di notifica. A quanto pare, il fratello del ragazzo indagato, la cui testimonianza era appunto attesa ieri mattina, non avrebbe ricevuto la notifica dell’incidente probatorio, che è stato quindi rinviato alla fine del mese.
A chiedere di ascoltare con la formula dell’incidente probatorio il fratello minore del giovane indagato, era stato il procuratore dei Minori, Flaminio Monteleone. Secondo la procura infatti il 17enne, che è già stato sentito come persona informata sui fatti dai carabinieri e ha rinunciato ad avvalersi della facoltà di astensione per i prossimi congiunti, potrebbe essere influenzato dai familiari che già in passato avrebbero tentato di farlo. Secondo quanto quanto emerso infatti la madre una volta gli avrebbe detto di non tornare a casa perché c’erano i carabinieri e uno zio di non parlare con loro. Ma cos’ha di così importante da dire o non dire questo ragazzo? Tutto quello che sa sulla notte tra il 6 e il 7 gennaio scorso, quando l’anziana veniva massacrata da qualcuno che la colpiva al volto con ferocia, provocandole ferite per cui ha avuto bisogno di oltre 100 punti di sutura e tentava di soffocarla con un cuscino, prima di sfilarle dalle dita, solo quando lei si era svegliata, la sua fede e quella del marito defunto. In parte, in realtà, lo ha già detto ai carabinieri: ai militari avrebbe raccontato che quella notte ha visto il fratello maggiore - accusato di rapina aggravata e lesioni - uscire due volte dalla loro comune camera da letto dopo le cinque di mattina. I magistrati però, oltre a voler eventualmente cristallizzare prima possibile dichiarazioni che potrebbero essere molto utili alla indagini, vogliono vagliarne anche l’attendibilità.
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