Città
I cinghiali adesso vanno in giro per Gubbio. Dopo i tanti avvistamenti, fatti negli ultimi mesi nella zona di Parco Ranghiasci, a San Martino, nei pressi della Chiesa della Vittorina, nel parcheggio della Funivia a Sant’Agostino, ne è stato avvistato uno di grosse dimensioni in via Savelli della Porta, in pieno centro storico. Per l’esattezza l’ungulato si stava aggirando nei pressi dell’incrocio con via Fabiani dove insiste la Taverna dei Santantoniari.
Ha girovagato per qualche minuto alla ricerca dei secchi della spazzatura magari chiusi in maniera non perfetta per trovare qualche cosa da mangiare. Gli animali infatti si spingono in città per fame, e lasciare i sacchi della spazzatura semiaperti in qualche modo ne favorisce la presenza. L’ultimo avvistamento è stato particolare perché il cinghiale non è scappato via, come quasi sempre accade quando incrocia i fari di un’auto in transito. Anzi ha quasi fatto la passerella prima di tornare verso la parte più alta della città e da lì poi riguadagnare le pendici del monte Ingino. Dovrebbe trattarsi dell’esemplare che ormai da tanti mesi viene visto nel parcheggio della Funivia e nel letto del Cavarello. Una presenza che è quasi diventata abitudinaria tanto che alcuni cittadini gli hanno addirittura dato un nome: "Peppone". E sui social e sulle varie chat è stato girato il filmato che lo riprende mentre tranquillamente si sposta per trovare del cibo. E c'è chi si auspica che venga catturato e chi invece dice: "Giù le mani da Peppone", come se la sua fosse diventata quasi una "presenza amica".
Poco tempo fa c’erano state segnalazioni riferite ai danni provocati dall’arrivo dei cinghiali all’interno del Parco Ranghiasci. In quel caso gli ungulati avevano letteralmente “arato” il terreno lasciando segni profondi del loro passaggio. Tra i tanti c’erano stato poi avvistamenti a Madonna del Ponte, e anche alla rotatoria della Contessa. Finora non è stato fatto alcunché per rimuovere una vera e propria bruttura che si trova all’ingresso della città e che si è trasformata negli anni in una “selva oscura”, dove sono state viste pascolare capre e scorrazzare, come detto, cinghiali. In questo caso sarebbe auspicabile un intervento che la renda bella a vedersi, arricchita e impreziosita magari con qualche scultura o elementi della simbologia legati alla storia, alla tradizione, all’arte e alla cultura eugubina. E per regalare, finalmente, un bel biglietto da visita ai visitatori che arrivano e a coloro che partono. Come succede in tutte le città.
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