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Arresti

Todi, truffa del falso incidente. Novantenne consegna la fede per salvare il figlio

Coppia di anziani nel mirino dei malviventi. I carabinieri arrestano due persone

Anna Maria Minelli

20 Marzo 2025, 00:30

Carabinieri Todi

Per salvare il figlio dalla galera una novantenne si è persino sfilata la fede nuziale, che portava al dito da 63 anni, consegnandola ad un fantomatico avvocato, rivelatosi poi un truffatore. A rendere noto quanto accaduto sono stati i carabinieri di Todi: i militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia locale guidata dal comandante Giovanni De Liso, con il supporto di militari dell’Aliquota Radiomobile e Stazione di Monte Castello di Vibio hanno arrestato in flagranza di reato un 31enne, con precedenti specifici e una 32enne, entrambi di origini campane, ritenuti responsabili del reato di estorsione in concorso ai danni di una coppia di anziani, di 88 e 90 anni.


La segnalazione è arrivata dalla compagnia di Tolentino (Macerata), nella cui giurisdizione, nel corso della stessa giornata, era stata messa a segno un’estorsione con la nota modalità della telefonata del “sedicente carabiniere”. La vittima, 88enne, era stata contattata da un individuo che, spacciandosi per un militare dell’Arma, le aveva riferito che il figlio era stato arrestato per aver investito un bambino di quattro anni. Successivamente, un falso avvocato si sarebbe presentato nell’abitazione dell’anziano per ottenere una somma di 15.000 euro, richiesta per evitare ulteriori conseguenze giudiziarie in capo allo stretto familiare.


Nel disperato tentativo di “salvare” il figlio, l’anziano ha consegnato ai truffatori tutto ciò che aveva in casa: 600 euro in contanti, monili in oro per un valore di circa 2.000 euro e, con un gesto particolarmente toccante, la moglie di quest’ultimo, 90enne, la fede nuziale che da oltre 62 anni portava al dito, sfilandola per la prima volta per assecondare la richiesta dei malviventi. Sono subito partite le indagini dei carabinieri e grazie al coordinamento tra i reparti dell’Arma, l’autovettura utilizzata dai truffatori per allontanarsi dal territorio marchigiano è stata individuata e agganciata in Umbria, a Massa Martana.
Dopo un attento pedinamento, il veicolo è stato bloccato lungo la E45, all’altezza dell’uscita di Narni. A bordo c’erano i due campani che sono stati arrestati e portati nelle Case Circondariali di Terni e Perugia, in attesa dell’udienza di convalida, a disposizione dei magistrati della Procura della Repubblica del capoluogo ternano.


Sono ora in corso ulteriori accertamenti per verificare un eventuale coinvolgimento dei due in altri casi analoghi.
”La refurtiva è stata interamente recuperata, sequestrata e sarà restituita alle vittime - sottolineano dall’Arma - compresa la preziosa fede nuziale, il cui valore affettivo è ben oltre superiore a quello materiale”.

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