Mazzette al funzionario dell'Agenzia delle entrate: chiuse le indagini per 18 persone

Indagini chiuse per l'inchiesta sul presunto giro di mazzette con al centro un dipendente dell'ex ufficio del catasto che, secondo la procura, avrebbe ricevuto denaro in cambio di un'accelerazione nelle pratiche catastali. Dall'avviso conclusione indagini comunque emerge una novità di non poco conto: per il principale indagato infatti - assistito dagli avvocati Francesco Crisi e Massimo Brazzi - le accuse sono state riqualificate da corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio alla più lieve corruzione per l'esercizio della funzione. Insieme all'ex funzionario in un primo momento finito ai domiciliari, era stata indagata anche la moglie, un collega e altri 16 professionisti tra cui ingegneri, architetti, geometri e periti agrari.

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Secondo la ricostruzione della procura l'uomo provvedeva a redigere la documentazione necessaria per la pratica in questione da far andare a buon fine e poi veniva - per gli inquirenti in maniera fittizia - fatta emettere una regolare fattura dalla moglie per quelle stesse prestazioni. Che lei, secondo la procura, non avrebbe effettuato, anche perché "priva di specifiche competenze in materia catastale".

Il pagamento di quella fattura, per la ricostruzione accusatoria, sono i soldi della corruzione. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip scriveva che "l'attività corruttiva dell'indagato è risalente nel tempo, profondamente radicata e perfettamente collaudata il tutte le sue possibili varianti operative". Il magistrato parlava anche di "sistematicità della vendita delle funzioni riscontrata, attuata con modalità molto spregiudicate e tali da rilevare come l'indagato consideri l'ufficio come res privata di cui può liberamente disporre per fini di personale arricchimento"